Giungono le prime stime circa l’andamento del flusso turistico dell’Italia per la stagione estiva 2012. Studi, questi, di grande importanza per un ambito territoriale come quello salentino, che ha deciso di dare una forte impronta turistica alla propria economia.
Sia in termini di volumi che di mercati, la Puglia regge: secondo l’Osservatorio pugliese sul Turismo, vi sarebbe una tendenza regionale di sostanziale tenuta, di gran lunga migliore rispetto a quella nazionale.
Secondo i dati provvisori dell’Istat, i primi sette mesi del 2012 hanno visto nel nostro paese un
-6,6% degli arrivi e -7,5% dei pernottamenti: dato a dir poco preoccupante.
Ma è proprio in questo contesto che si inserisce la Regione Puglia, la quale ha risentito poco, nella scorsa stagione, sia dell’affermarsi di competitor nazionali e internazionali che della crisi economica che ha portato, dati alla mano, ad una riduzione sostanziale del “paniere vacanziero” delle famiglie italiane. La situazione economica nazionale, infatti, ha certamente inciso nel modificare i comportamenti di acquisto e consumo di vacanze: la percezione del rischio di una riduzione futura di reddito e la sensazione di incertezza hanno contribuito, evidentemente, a limitare la propensione alla spesa e a modificare le modalità di acquisto e svolgimento della vacanza. Un aspetto di non poco conto che ha condotto la nostra Regione a riposizionarsi egregiamente sui mercati stranieri confermando la strategia avviata dagli enti territoriali negli ultimi due anni proprio in questa direzione.
A una prima stima sui dati reali di arrivi e pernottamenti dei mesi estivi, la Puglia conferma la propria attrattività e il suo ruolo trainante nel turismo del Mezzogiorno. Le stime giunte sia dagli osservatori che dagli operatori turistici, permettono di effettuare un’analisi non solo dei flussi relativi ai periodi precedenti, ma anche di avviare un’attività di programmazione strategica.
In quest’ottica, di non poca rilevanza è la differenza di tendenze registrabili con riferimento alle altre regioni del Mediterraneo. In particolare, dopo il risveglio della “primavera araba” che ha ridotto le entrate turistiche sia dell’area maghrebina che di quella balcanica, a favore del meridione d’Italia.
Diversificata è anche la situazione se l’osservazione si sposta sulle varie aree della Puglia. Il trend migliore si registra nelle province di Bari e Taranto; meno positivi i dati che giungono dall’Osservatorio con riguardo al Salento: la ragione risiederebbe nella massiccia presenza dei villaggi. Ciò evidenzia l’impatto negativo della crisi economica su questa tipologia di ricettività, determinato dal fatto che la relativa domanda proviene da settori sociali a reddito più basso che hanno abbreviato la durata della vacanza in modo consistente.
Federica Nastasia