È stata inaugurata nel centro storico di Lecce, venerdì 16 novembre, alle ore 18.00, presso le prestigiose sale dell’Ex-Conservatorio di Sant’Anna “Un passo avanti”, la prima personale dell’emergente, giovane artista leccese, graphic designer, Eugenio Palma. Esperto di arte e comunicazione e volto della “Honor Design”, il pubblico salentino lo aveva già conosciuto alla “Prima Biennale Internazionale Città di Lecce”, dove, anche l’occhio meno attento, non poteva fare a meno di notarne fantasia, estro e attitudini figlie di una “nuova modernità”: l’arte digitale.
Dimentichiamo, dunque, la “classicità della matita e del pennello”! È giunto il “passo avanti”, l’arte della nuova era, lo specchio del nostro tempo, il “work in progress” che vuole costantemente novità, prestigio e progresso.
La rassegna, che sta riscuotendo notevoli successi di pubblico e di critica, è stata curata dal critico d’arte Pompea Vergaro ed organizzata in collaborazione con l’“Officina delle Parole” ed il Patrocinio del Comune di Lecce – Assessorato al Turismo, Spettacoli ed Eventi. Durante il vernissage, che ci ha donato, senza soste, lo slogan del giovane artista emergente “Intensa emozione in alta definizione”, a rendere, ancora più vivo, l’evento, nella sua “quadrifonia artistica”, la musica dei giovani musicisti Francesco D’Elia, sassofonista, diplomato in flauto traverso presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce, ed il trombettista Marco Gianfreda, diplomato in tromba al Conservatorio di Bari. Le loro note sono state “compagne preziose su un mio breve percorso sentimentale nell’arte di Eugenio Palma, unico ed irripetibile come lo è ogni artista” – ha sottolineato Pompea Vergaro.
“Un passo avanti”: “un passo lungo”, come ha ricordato il critico d’arte, nell’introdurre la serata, senza dimenticare che “anche il viaggio più lungo inizia col primo passo”.
“L’arte: il grande viaggio dell’artista che non finisce mai!” – ha esclamato Mauro Ragosta in procinto di dedicare al giovane Eugenio una sua poesia intitolata “Il capitano”. Il capitano, come l’artista, viaggia, mantiene la rotta, va sempre avanti “con il vento e dentro il vento”, non si guarda mai indietro, “vive tra un’onda e l’altra”, per il piacere di vivere la sua esistenza.
Così, “facendo un passo indietro”, volgendo per un attimo lo sguardo ad un passato non tanto lontano, a soli ventiquattro anni, Eugenio può dire di aver fatto già della sua vita “un’opera d’arte”: vanta una ricca produzione artistica, diverse partecipazioni a rassegne locali ed internazionali, da Lecce a Roma, e poi Milano, ed illustri riconoscimenti di pubblico e critica. E come “sbirciando” nell’obiettivo del suo operato ritroviamo queste parole a descriverlo:
«Prorompente vitalità anima l’operato da cui evince la capacità della tecnica e la forte carica emotiva ancorata ad una forma espressiva di alto livello artistico» – ha scritto la Prof.ssa Anna Francesca Biondolillo.
«La biblioteca è spazialmente infinita, come quella di cui parlava lo scrittore argentino Borges, e durerà anche dopo l’estinzione dell’umanità. Qui ogni cosa è a suo posto, in un ordine che si impone in tutto il suo rigore. La tridimensionalità, la tecnica espressiva invitano lo spettatore a entrare nell’opera, come se lo si facesse utilizzando una telecamera. Poi sostando si potranno assaporare i misteri e le presenze che lo attendono. E come lo stesso artista suggerisce “Quando la saggezza non è sufficiente per trovare la risposta, chiedi consiglio ai Libri”» – critico d’arte Pompea Vergaro.
“Era solo il 1997”, ha raccontato con emozione Pompea Vergaro, “quando ho conosciuto Eugenio. Aveva dieci anni, un ragazzino schivo, riservato, ho avuto sempre l’impressione che fosse particolarmente sensibile: questa era la sensazione che ho sempre provato lungo gli anni che abbiamo vissuto da vicini di casa. Il mio balcone del primo piano guardava le finestre del secondo piano della famiglia di Eugenio”. “Già a dieci anni avevamo la consapevolezza di quanto lui avesse questa passione dentro di sé” ha affermato con commozione la madre.
“Mi soffermo con voi e faccio una riflessione” ha continuato Pompea Vergaro: “la storia fa il suo corso e noi siamo solo degli strumenti; non lo intendo in senso negativo, ma solo perché non ci è dato conoscere gli sviluppi futuri. Questa sera posso soffermarmi e dare un senso alla storia che si incrocia: prima bambino, poi ragazzo, adolescente studente, stasera giovane artista […] Una mente nuova e giovane, artista coraggioso, che è sempre in cammino e non ammette soste”, ha aggiunto il critico d’arte, che con orgoglio e gratitudine ha presentato la prima personale dell’artista.
Eugenio Palma: “un artista eclettico, dinamico, attento al mondo, un mondo che muta continuamente e velocemente, un mondo che egli vive pienamente, in piena consapevolezza e spontaneità”.
In esposizione venti opere tridimensionali, tra immagini digitali, fotografie e illustrazioni accompagnate da video di diverso genere: cortometraggi, spot pubblicitari, video-articoli, clip-art che l’artista realizza nel suo laboratorio di Arte e Grafica, già citato, “Honor Design”. Non aspettiamoci nature morte, né improvvisazione: la sua arte coglie “il respiro” del mondo che lo circonda, è dinamica e specchia/rispecchia l’essere umano, tra personaggi ed ambientazioni reali e immaginari.
“We are free”, così si intitola una delle opere d’arte di Eugenio Palma; è qui che potrebbe racchiudersi il suo pensiero creatore: libertà e leggerezza del pensiero. Quanto alla libertà egli afferma: «non voglio spezzare le catene che affliggono i miei amici, vorrei dare le chiavi per essere sempre liberi». Una libertà fresca, giovane che è destinata ad aprire nuovi scenari nella realtà leccese, ma non solo. Il suo è “un nuovo metodo per comunicare” – come egli stesso ha affermato nel corso della serata – ed è un’arte carica di simboli, di “concetti del passato rielaborati in chiave moderna”, infine una libreria infinita, come ha “metaforizzato” Pompea Vergaro citando Borges: “i libri sono infiniti come infinito è l’universo”.
Da non dimenticare un breve lavoro editoriale dell’artista, un pamphlet, “dal tono vibrante ed accorato”, uno sfogo, forse, di “estemporaneo” che si esplica in “Vita Quasi”. L’essenza delle sue opere è racchiusa qui: «semplice e senza pretese ma con un forte messaggio di libertà e di ricerca, perché fino ad oggi credo di avere trascorso una vita intensa e vera o quasi».
Così l’artista è stato presentato al pubblico: un emozione che è partita “dal profondo delle sue radici”, la famiglia, ripercorrendo le sue “abitudini” ed insieme i sentimenti, fino a toccare un altro sentimento, l’amicizia, le condivisioni familiari, l’amore per la natura, l’architettura, l’oriente, che egli “ricrea” con l’arte della sua fantasia. I “passi dell’artista” attingono, infatti, dalla natura e dagli eroi d’infanzia, sulle orme degli androidi, percorrendo mondi artificiali e virtuali, tra vita reale, sogno ed immaginazione.
“Se non lo avessi visto disegnare, avrei pensato che queste opere si potessero realizzare direttamente con il computer in dieci minuti o poco più perché, naturalmente, da padre, lontano da questo tipo di realtà, non potevo immaginare tutto il lavoro che c’è dietro… Invece, attraverso di lui, ho capito cosa fosse l’Arte digitale, un’arte che nei paesi nordici è ormai molto diffusa”.
La luce che egli riproduce nelle opere, genera ombre e riflessi nelle nostre “stanze” di pensiero, poiché attraverso il simbolo nasce il segno, poi il decoro, infine l’emozione, la “concept-art”, ciò che sta dietro l’opera d’arte, senza sosta.
“Tutto parte da un disegno fatto a mano” – afferma l’artista – “poi avviene la ricostruzione in 3D; posso replicarlo e riproporre qualunque tipo di scena: la stessa immagine la si può fare in mille modi diversi e mille volte. Il discorso è trovare l’unico modo per avere l’efficacia desiderata nella comunicazione di un messaggio, di un contenuto, finchè la resa finale non mi convince. Tutto qui”.
E davvero la sua “NewArt” convince. La sua arte è “nuova composizione”, è “una mano di sabbia” in un “To be continued” che si basa sul concetto del trascorrere del tempo che, inesorabilmente, cambia ogni cosa.
La mostra rimarrà aperta fino al 29 novembre tutti i giorni, dalle ore 10.00 alle 13.00 // dalle 17.00 alle 20.00.
Per info: 329.7333803
www.honordesign.eu