E se il presidente Tesoro dovesse ripetere il suo “vergogna” ?
Avrebbe oggi ben più di quattro motivi (quattro sono i gol incassati) per tirare le orecchie alla squadra e, perchè no, al tecnico.
La Feralpi infila quattro gol alle spalle di Benassi contornandoli con una ulteriore mezza dozzina di chiare occasioni per arrotondare tennisticamente, complice un pacchetto difensivo mal protetto, ma di per sè in ferie natalizie anticipate. Poche cose anche in attacco e dunque il 4-0 ci sta tutto. Possiamo ben dirlo: Lecce umiliato!
Franco Lerda sceglie di mandare in campo un tridente quasi inedito: Falco,Foti e Pià; l’intento dichiarato è dunque quello di fare bottino pieno; De Rose e Giacomazzi formano con Memushaj il trio di centrocampo con alle spalle Vanin e Legittimo esterni, Diniz e Esposito centrali davanti a Benassi.
Parte con discreto piglio, il Lecce, amministrando il gioco con disinvoltura; concede poco all’avversario che appare timido ed intimorito più per il blasone che per quel che il Lecce sta organizzando con passi, direbbe il Petrarca, “tardi e lenti”.La differente distanza di qualità tra le due squadre appare chiara, ma si accorcia progressivamente; è infatti la Feralpi a passare in vantaggio al 15° minuto: Montella (il migliore in campo) sradica la palla dalle incerte mani di Benassi, (maldestro l’appoggio all’indietro di Diniz), allarga verso Miracoli che ha davanti a sè la porta sguarnita: il tocco è facile facile, palla in rete. Questa situazione di svantaggio (imprevedibile alla vigilia) obbliga i giallorossi ad imbastire una reazione senza cadere nell’errore di tentare di risolvere la questione in tempi brevissimi: la fretta è quasi sempre una cattiva compagna di viaggio, quasi quanto la supponenza!
La Feralpi si raggomitola nella propria metà campo sigillando tutti gli spazi rendendo così problematica l’individuazione di corridoi liberi. La Feralpi, in chiusura di tempo, manca di un soffio il raddoppio, complice la fascia sinistra giallorossa sbilanciata in avanti. Il Lecce, se così posso sintetizzare, fa gioco ma con scarsa pericolosità; la Feralpi legittima invece il vantaggio maturato al 15°.
Tra una dormita e l’altra della difesa giallorossa, Pià ha modo di reclamare un calcio di rigore per una deviazione di braccio su un suo cross in area; si prosegue sul 1-0 fino all’intervallo. La sintesi numerica della prima frazione è riassumibile nel gol, nelle quattro limpide occasioni costruite dai lombardi da una parte; nella mancata concessione di un calcio di rigore e pochissimo altro dall’altra. E’ chiaro che si può argomentare a piacimento, ma . . . i numeri sono numeri, non opinioni!
De Rose non rientra in campo, al suo posto Jeda, ma i temi in campo curiosamente rimangono inalterati tant’è che nel corso dei primi dieci minuti di gioco è ancora la Feralpi ad insidiare la porta di Benassi; da registrare anche una buona occasione per Foti il quale indugia oltre il dovuto consentendo il provvidenziale rinvio. La rabbia del Lecce produce, per una manciata di minuti, l’assedio all’area avversaria ora più intasata che mai; a centocampo è il solito Memushaj a cantare e portare la croce: contrasta, imposta, suggerisce per i compagni senza trovare grande collaborazione.
Al 20° Miracoli scappa sulla destra (difesa del Lecce per l’ennesima volta mal posizionata), cerca la conclusione in porta ottenendo un calcio d’angolo sulla cui battuta Diniz e compagni non sono mal posizionati, no, sono proprio in ferie accordando così spazio, tiro e gol a Malgrati.
A Lerda non resta che tentare la carta della disperazione: Chevanton al posto di Falco, ma prima che Cheva possa toccare la prima palla la Feralpi cala il tris con un magnifico diagonale di Malgrati. E poichè il Lecce offre disinvoltamente il fianco all’avversario, Montella si procura un calcio di rigore che egli stesso trasforma in un rotondo 4-0.
Questa è la partita Feralpi-Lecce; che poi la classifica declami ancora il primato del lecce è un discorso a parte.