Sono trascorsi solo pochi mesi dalla sua pubblicazione, non ha ancora “spento la sua prima candelina” ed oggi, allo scoccare della fine dell’anno 2012, il libro “Semiography and semiology of contemporary music”, Rugginenti editore, del M° Paolo Tortiglione, compositore e docente attualmente
presso il Conservatorio di Latina, si può dire di aver pienamente conquistato il “Best Lap” del web. Non solo: il testo, in vetrina nelle migliori librerie musicali italiane, è stato già adottato in decine di conservatori italiani in tutti i corsi di Semiografia della Musica.
Un’accoglienza davvero strepitosa: un testo nuovo, pratico, di nuova generazione, dal carattere nativo europeo, destinato, fin da subito, ad un pubblico di ampio raggio.
Non una storia della notazione – “la ricerca in questa direzione non è lo scopo di questo volume” – ma una vera e propria guida da tenere a portata di mano, sul comodino, come un prezioso vocabolario da sfogliare; “il pane quotidiano” pensato per “sfamare” le idee del compositore, chiarire “le forme”all’interprete, “orientare” lo storico della musica nuova.
Un libro di questa valenza lo si attendeva da anni. Bastano pochi “click” per capirlo, qui ve ne riportiamo solo alcuni:
«Il testo è unico. Cercavo da anni un testo simile per insegnare la notazione, la semiografia e tutte le tecniche veramente utili ai miei allievi. Ho cercato ovunque e questo è il testo adatto ai miei scopi. Contiene non so quante centinaia di simboli tutti corredati da commento in quattro lingue (mi è anche utile per l’interdisciplinarietà) e tutti perfettamente disegnati e commentati. La lunga prefazione aiuta a comprendere meglio il tutto. Il testo è stato scritto in un linguaggio non troppo tecnico e devo dire che gli allievi lo sfogliano anche per divertirsi a trovare nuovi effetti e suonare le cose più divertenti. Lo adotterò di certo come libro di testo per i prossimi anni».
«Finally a book about this topic. More than 640 symbols and signs all explained in four languages….GREAT! […]»
E complimenti ed elogi non risparmiano la qualità della traduzione del testo nelle diverse lingue:
«Wow! Just received it! You cannot imagine how many symbols (all very well drawn) are decribed in this book. I’m from Germany and I found the German language really excellent […]».
Che dire? Lo ritroviamo così: «Un testo veramente ottimo e unico sul mercato, […] Grande qualità del prodotto che conta oltre trecento pagine, ottima fattura, carta avorio, perfetta e solida, […] Un testo completo di diverse centinaia di segni, tutti splendidamente catalogati, […] Limpido l’indice analitico, ottima bibliografia ed anche un utilissimo e dettagliatissimo elenco di partiture, […] Una vera miniera di informazioni, […] Il fatto poi di essere stato redatto in quattro lingue contemporaneamente lo rende preziosissimo e valido per tutti coloro che desiderano per esempio mandare […] la propria musica all’estero […] con indicazioni precise e chiare, oppure per tutti coloro che leggono ed eseguono partiture scritte da autori non italiani […] Una spinta alla creatività che nel testo arriva da ogni direzione, con un costo di ventitré euro […] adeguato per trecentododici pagine di ottima qualità».
“Semiography and semiology of contemporary music”, dunque, si presenta già da solo. Duecentosessantaquattro pagine frutto di oltre dieci anni di ricerca, nove capitoli preceduti dall’illustre introduzione di Guido Salvetti, Presidente della “Società Italiana di Musicologia”, e da un “ragionamento”, dal quale si deduce un particolare insegnamento: si tratta dell’interessante prefazione, una sorta di “apologo all’apologo”, a cura di Stefano A. E. Leoni, Direttore del laboratorio di musica e sociologia delle arti, IMES, Università degli Studi di Urbino, “C. Bo”, Docente di Storia della Musica ed Estetica Musicale presso il Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Torino.
Il volume presenta anche un’introduzione dell’autore nel quale egli chiarisce lo “spirito” del libro, tra riconoscimenti, ringraziamenti e punti di forza che prendono atto dalla sua stessa vita. Qui ritroviamo la sua esperienza musicale, didattica, “l’alunno del M° Corghi”e poi l’ “attuale docente Paolo Tortiglione”, ma anche il desiderio di condividere l’idea iniziale del testo con l’entusiasmo giovanile di alcuni tra i suoi più bravi allievi, ricordando particolarmente Paride Galeone, disegnatore degli oltre 640 segni e simboli presenti, ancora Roberto Vetrano e Concetta Eplite, rispettivamente per l’aiuto nella ricerca di alcuni segni e la verifica di altrettanti testi. Ma non manca nel libro, e chi lo conosce bene lo sa, la sua “gratitudine” all’esperienza di vita personale: l’aver incontrato il coraggio, l’incoraggiamento, la generosità, la pazienza, la gioia di aver provato le singolari emozioni della quadrifonia nei primi anni 70, come l’autore stesso scrive, a proposito del padre.
Il libro è articolato come segue:
I. Segni di uso generale;
II. Strumenti a fiato ed ottoni;
III. Strumenti a percussione;
IV. Strumenti ad arco;
V. Arpa;
VI. Chitarra;
VII. Voce umana;
VIII. Sassofono;
IX. Musica elettroacustica, elettronica e acusmatica.
Ogni parte, o capitolo, è introdotto da un “pensiero di benvenuto” che invita alla riflessione, ma anche ad una lettura più scorrevole e piacevole del testo, caratteristica che non sempre i libri di questo genere riescono a raggiungere, nell’intenzione e nel risultato. Ritroviamo, infatti, citazioni di Murray Schafer, Serge Provost, Luigi Nono, Edgar Varèse, Pierre Boulez, Andrea Frova, ancora Varèse ed, infine, Olivier Messiaen.
È scritto, lo abbiamo già “sentito”, in quattro lingue e con questo non aspettatevi i classici “quattro libricini” delle istruzioni del “prodotto”, qui riuniti per riprodurre il testo “da Capo al Fine” prima in Italiano, poi in Inglese ed, ancora, in Francese e Tedesco. No! “All in one”: il libro commenta ogni segno “contemporaneaMente” nelle quattro lingue e ciò stimola davvero la mente abituandola a far convivere il pensiero “nei diversi punti di vista”.
E, a proposito del concetto di abitudine, perché non ricordare Owen Swindale? Egli, parlando del contrappunto, aveva affermato che esso «è semplicemente composizione e la composizione è ciò che fanno i compositori». La citazione rappresenta il concetto per il quale non esistono delle leggi “eterne ed immutabili”: chiunque abbia cercato di ripristinare una possibilità esecutiva di un’opera, in un qualsiasi ambito musicale, ha semplicemente tentato di creare una linea logica che va “dal particolare al generale”, dall’ “esperienza” a ciò che può essere “credenza”, dall’ “osservazione” di alcuni meccanismi a qualcosa che, col tempo, attraverso un processo di “selezione naturale e rifiuto” è diventato “abitudine, quindi regola ed infine teoria”.
In questo volume non c’è alcuna teoria, “solo” un’ “educazione alla vastità delle possibili scelte”. “Attraversare” il segno musicale nella sua “paternità”, nella sua intenzione, quindi nella sua estetica e nella sua evoluzione storica, sarà, in ogni caso, fatto essenziale. «Analisi delle composizioni ed indagine filologica costituiscono le premesse più valide su cui fondare le proprie scelte interpretative»; i pensieri nuovi richiedono, invece, segni nuovi per potersi esprimere.
“Semiography and semiology of contemporary music”: un libro che potrebbe definirsi come un “allineamento non lineare e multiprospettico” del segno. Così Wittgenstein, in una celebre metafora, parlava della conoscenza, ossia come un “criss-crossed landscape”, “un attraversamento non lineare e multiprospettico di un territorio, per cui occorre più volte passare dallo stesso luogo, ma da direzioni diverse”.
Come?
Attraverso la ricca quantità di partiture consigliate per ciascun segno trattato: lo stesso segno è inserito in un contesto “vitale” differente dall’altro, la sua natura esecutiva si discosterà inevitabilmente dall’altra, perché diverso sarà il pensiero creatore, in quanto diverso sarà il compositore che lo utilizzerà.
Attraverso i nostri giorni, il nostro modo di pensare in continua evoluzione: un’opera musicale, come scriveva Glenn Gould, “dev’essere considerata non come una «copia» delle cose, ma come il risultato della loro reinvenzione artistica”; un interprete «deve aspirare a una concezione della musica e del suono assoluta, cioè al di fuori del tempo» (Antonio Ballista, pianista).
Ecco perché il segno va oltre la sua definizione, il suo essere su carta. La musica è poesia e “poesia è risonar del dire oltre il concetto”. “È l’abisso che scinde orale e scritto. È suono svagato. Identità rapita. Intervallo tra due dispensanti pensieri”. Così Alda Merini parlava della poesia, “così ci faceva intuire il percorso della sua vita artistica e biografica, i tormenti, l’ispirazione […]. Di lei scrissero che inferno e felicità coesistevano in una miscela esplosiva, che il verso feriva, si increspava e poi si distendeva”.
Come rendere, allora, “eterno” un segno musicale?
Il segno è voce, la voce dell’uomo. L’uomo è il pensiero… la voce è poesia. E tra le righe di Carmelo Bene “… Delirio, suono, risuonare del dire oltre il concetto, è intervallo musicale d’altezza in che si dice la delusione di quell’altro intervallo (distanza) tra il pensiero e il suo riporto sulla pagina”.
Charles Sanders Peirce scriveva:
«La parola o il segno che l’uomo usa è l’uomo stesso. Perché il fatto che ogni pensiero è un segno, insieme al fatto che la vita è un seguito di pensieri, prova che l’uomo è un segno. Così, il fatto che ogni pensiero è un segno esterno prova che l’uomo è un segno esterno. In altri termini, l’uomo e il segno esterno sono la stessa cosa, nello stesso senso in cui la parola “homo” e “man” sono identiche. Così il mio linguaggio è la somma totale di me stesso; poiché l’uomo è il pensiero».
E lo strumento? Allo strumento, come affermava Paumgartner, «il “caro nume tutelare di ogni musicista”, l’attitudine ad esprimere ogni sentimento personale».
Gli interessati potranno assistere alla presentazione ufficiale del libro che si terrà il prossimo 5 marzo presso il Conservatorio di Milano – foyer della “sala Giuseppe Verdi” – alla presenza del Direttore Sonia Bo e di altre importanti personalità del mondo della composizione e della musicologia.
Paolo Tortiglione: vincitore di numerosi premi internazionali di composizione, la sua musica viene eseguita e trasmessa in tutta Europa, Stati Uniti e Giappone.
Per ogni commento, critica e/o suggerimento riguardante il testo di Paolo Tortiglione: paolo@tortiglione.com
Informazioni di base: www.tortiglione.com (essential web site)
Paolo Tortiglione: winner of many International Composition Prizes, his music is performed and broadcasted all over Europe, the USA and Japan.
For any comment, criticism and/or suggestion about Paolo Tortiglione’s book: paolo@tortiglione.com
Essential info: www.tortiglione.com (essential web site)
A cura di Pamela Pinto