È la provincia di Lecce quella esposta maggiormente ai rischi delle infiltrazioni mafiose in Puglia. Dalla pubblica amministrazione agli appalti, passando per il settore delle costruzioni, infatti, è elevatissimo il pericolo che ci mettano lo zampino le organizzazioni criminali locali, Sacra Corona Unita in primis. Da “allarme rosso”, è il dato preoccupante emerso dalla ricerca “Gli investimenti delle mafie”, commissionata dal Viminale al centro di ricerca “Transcrime” dell’Università Cattolica di Milano, che ha tracciato una mappatura complessiva delle zone d’Italia a maggior rischio di infiltrazione da parte delle organizzazioni mafiose.
La ricerca, condotta dal professor Ernesto Savona, ha analizzato gli ultimi 20 anni di impreditoria mafiosa ed ha interessato lo studio di 1301 imprese, che sono state confiscate alle associazioni criminali.
Il dato relativo alla provincia di Lecce sui rischi delle infiltrazioni mafiose, negli affari di qualsiasi tipo, è paragonabile – a livello nazionale – solo alle “roccaforti” della Camorra, della ‘Ndrangheta e della Mafia. Non è un caso, infatti, se la “zona rossa” accomuni al capoluogo salentino l’intera Calabria, quasi tutta la Sicilia (eccezion fatta per la provincia di Siracusa, dove il livello è medio-alto), la provincia di Napoli e quella di Caserta. La “zona rossa” include anche un’altra provincia pugliese, quella di Foggia.
Ma se Cosa Nostra predilige il settore “costruzioni ed estrazioni”, la ‘Ndrangheta calabrese preferisce puntare sul settore della “grande distribuzione e negozi, così come la Camorra. Un diverso orientamento mostrerebbe la Sacra Corona Unita, che avrebbe incentrato gran parte delle sue forze sul settore delle costruzioni e dell’edilizia.
Tuttavia, come sottolineato durante il bilancio consuntivo del 2012 anche dal colonnello dei carabinieri del Comando Provinciale di Lecce, Maurizio Ferla, la mafia salentina avrebbe allungato le mani anche nell’ambito della raccolta dei rifiuti e dell’economia agricola (come testimoniano le sei interdittive antimafia emesse nel corso degli ultimi 12 mesi).
Sul dato relativo alla presenza della mafia nelle aziende locali, la provincia di Lecce si mantiene a metà classifica, con un tasso di presenza oscillante dal 2 al 4,9 % ogni 10mila aziende registrate.
Ma se le organizzazioni mafiose primeggiano in Calabria, Sicilia, Campania e Puglia, nel resto dello Stivale ci sono anche zone, 20 province in tutto, in cui la presenza delle mafie è pressoché nulla: Novara, Pavia, Lodi, Sondrio, Bergamo. Trento, Treviso, Udine, Lucca, Macerata, Fermo, Rieti, Pescara e Chieti, Sassari, Nuoro, Oristano, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano e infine Olbia-Tempio.
Secondo la ricerca, le mafie italiane avrebbero incassato nell’ultimo anno tra gli 8,3 ed i 13 miliardi di euro, da estorsioni, traffico di droga, usura, contraffazione e sfruttamento sessuale.