Un tempo ampiamente diffusa nella penisola salentina, oggi, confinata in pochi ettari di bosco e nelle aiuole di città. È la triste storia della monumentale quercia Vallonea, una specie arborea in grado di raggiungere i 25 metri di altezza. Un esemplare, in particolare, passò agli onori della cronaca: la “Quercia dei cento cavalieri”, presente in località “Finocchiaro”, lungo la strada che da Tricase porta a Tricase Porto. Secondo un’antica leggenda,
sembra infatti che un giorno l’imponenza della sua chioma avesse permesso ad uno squadrone di cento cavalieri, di ripararsi da un violento temporale. È straordinario che questo enorme patriarca – al quale la tradizione attribuisce 700 anni – sia rimasto ancora lì, quasi imperturbabile al decorso della storia e ai profondi cambiamenti della sua terra. Per fortuna, di antiche testimonianze come questa, ce ne sono ancora, anche in un contesto fortemente antropizzato come la città.
Lo scorso 28 dicembre, una delibera della Giunta comunale di Lecce aveva previsto l’installazione di un chiosco bar nell’area antistante l’Agenzia del Territorio, in viale Gallipoli. Nulla di strano, se non fosse che la struttura sarebbe dovuta sorgere nello spazio esistente tra le due aiuole realizzate proprio per la salvaguardia di secolari querce Vallonee, ultima testimonianza dell’antico Orto Botanico di Lecce (1810-1929). Sulla questione, è intervenuto il presidente del WWF Salento Vittorio De Vitis, proponendo – il 14 gennaio di quest’anno una revoca al provvedimento che – secondo quanto riportato dallo stesso – avrebbe in tal modo pregiudicato la salute delle piante.
Una delibera che non si sarebbe potuta attuare comunque e che il Comune ha revocato il 15 gennaio scorso. Lo abbiamo chiesto proprio al presidente De Vitis, incontrandolo nella Masseria “Rauccio”, presso l’omonimo Parco naturale, in cui ha sede l’Associazione.
Vittorio, quali sono i motivi che hanno determinato la scelta del Comune?
L’iniziativa del Comune di Lecce rientra ovviamente nell’ambito di programmazione di “piani commerciali” degli uffici competenti dell’Assessorato alle Attività Produttive, sentiti altri settori della pubblica amministrazione come gli Assessorati all’Urbanistica, alla Mobilità, ecc. Le motivazioni sono diverse ma generalmente orientate a dare risposta a richieste e istanze di piccoli imprenditori e più in generale a stimolare e sviluppare ulteriormente questo tipo di economia nella città.
L’area in questione è di proprietà demaniale e quindi non è nella disponibilità del Comune di Lecce.
Tra l’altro, è caratterizzata da un elevatissimo flusso veicolare e quindi con un altissimo carico inquinante atmosferico. Non a caso in passato l’Università del Salento ha realizzato degli studi sui carichi inquinanti dell’aria, posizionando gli strumenti d’indagine proprio lungo viale Gallipoli.
È facile immaginare, in questa parte della città, a quale “scenario” di vita urbana si assisterebbe: bambini, anziani, ecc., seduti o meno, che consumano bibite e caffè, a pochissimi metri da interminabili fila di auto, che ammorbano l’aria con i loro scarichi di gas e le micidiali polveri sottili come MP10 e il famigerato MP3, per non parlare dell’inquinamento acustico.
Si noti che a circa 500 metri dall’area in questione, c’è il “celebre” incrocio della Questura; spesso oggetto di accese dispute e polemiche da parte di cittadini e associazioni, proprio perché tende ad intasarsi creando, appunto, fila di auto lunghissime.
L’area in questione, come abbiamo rilevato nella nostra richiesta di revoca della delibera, è stata già oggetto da parte della stessa Amministrazione comunale di un progetto di sistemazione dell’area nel 1989, definito allora all’avanguardia da parte di eminenti studiosi, di altre pubbliche amministrazioni, dell’Università di Lecce e associazioni culturali. Un progetto – redatto dalla nostra Associazione e offerto gratuitamente senza alcun rimborso spese – a cui hanno lavorato architetti, urbanisti, biologi e naturalisti.
Sono stati realizzati aiuole a protezione delle piante, panchine, rastrelliere per biciclette, cartelli esplicativi, ecc. Consentire oggi l’installazione di un chiosco bar ci sembrava inopportuno e in qualche modo in contraddizione anche perché il funzionamento nel tempo di questo tipo di struttura andrebbe progressivamente a danneggiare le stesse essenze arboree per una serie complessa di ragioni.
Ci poteva essere secondo te un’area alternativa nella quale realizzare il chiosco?
Un’alternativa per la collocazione di questo tipo di strutture poteva essere rappresentata dal lungo marciapiede alberato del vicino viale Oronzo Quarta.
Al di là dell’interesse storico-culturale, perché proteggere la Vallonea è importante?
La Vallonea potrebbe essere definita una “specie bandiera” di tutte quelle preziosissime specie vegetali e animali del nostro territorio in via di estinzione. Rappresenta una testimonianza scientifica di elevato valore riportato su prestigiose riviste e pubblicazioni nazionali e internazionali.
In città o sul territorio, dove la si può incontrare?
Nel centro abitato non ci sono presenze importanti di questa specie. In occasione dell’Anno Europeo dell’Ambiente nel 1987, la nostra Associazione avviò una specifica campagna di educazione ambientale di sensibilizzazione sulla tutela della quercia Vallonea nel Salento, precorrendo i grandi temi della conservazione della biodiversità a livello internazionale, affrontati nella Conferenza mondiale di Rio de Janeiro del 1992. A partire da questa data, abbiamo avuto la soddisfazione di assistere a numerosi interventi di riqualificazione del verde pubblico da parte di enti pubblici e scuole che hanno visto la quercia Vallonea come principale protagonista di aiuole e di viali cittadini, in particolare nei quartieri periferici. Anche molti cittadini utilizzano questa specie per abbellire i loro giardini e rimboschire le campagne. Nei dintorni della nostra città, particolare menzione meritano interessanti piccoli popolamenti di Vallonee, in località “Tre colline” e nelle aree circostanti il Borgo San Nicola.
Ritorniamo sulla questione di viale Gallipoli. La presenza di piante e della Vallonea in particolare, in quella determinata area, a quali benefici porterebbe?
Al di là delle ragioni storico-culturali legate alle vicende dell’Orto Botanico presente in questa area, ce ne sono molte altre che si riassumono nelle importantissime funzioni che gli alberi hanno nella città: depuratrice, termoregolatrice del microclima urbano, filtrante, fonoassorbente, estetica, ecc.
Sebbene si assista a tanta informazione su temi che riguardano l’ambiente, come mai, spesso, sono proprio le risorse naturali a rimetterci?
È molto complesso rispondere a questa domanda. Possiamo sintetizzare dicendo che occorre un continuo e costante impegno, a tutti i livelli, di educazione ambientale e di formazione ecologica del cittadino e delle istituzioni, e soprattutto impegnarci a recuperare quella dimensione etica del vivere sostenibile, fondamentale per le future generazioni.
Riguardo alle specie arboree più minacciate, come la “nostra” quercia, ci sono iniziative in corso o in dirittura d’arrivo?
Le iniziative su queste e su altre problematiche sono tantissime e tutte legate in “rete” a livello internazionale e nazionale. Per esempio, la Convenzione internazionale sulla diversità biologica – a partire dal 1992 – ratificata e resa operativa da oltre 190 Paesi. Il “Global 200”, un ambizioso progetto di notevole contenuto scientifico-naturalistico del WWF con l’individuazione di ben 238 Ecoregioni con elevata biodiversità. Oppure, “Biodiversamente”, legato alla promozione e valorizzazione di Musei scientifici e Orti Botanici.
L’intervista è terminata. Prima di lasciarci, vorresti fare un appello ai lettori del Corriere Salentino?
Il WWF Salento compie quest’anno 40 anni dalla sua costituzione. Una ricorrenza importante per promuovere iniziative di grande significato culturale, d’impegno sociale nella difficile realtà meridionale, e salentina in particolare. Da sempre l’impegno a difesa della natura, attraverso continue e diversificate progettualità, il WWF salentino ha realizzato piccole e grandi iniziative all’insegna di un rinnovato rapporto con l’ambiente.
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