Oltre 390 anni di carcere sono stati inflitti a 48 presunti componenti del clan che ruotava attorno alla figura dell’ergastolano Salvatore Rizzo, arrestati nel corso dell’operazione“Augusta”, condotta dai carabinieri del Ros, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Associazione a delinquere di stampo mafioso, spaccio di droga ed estorsione, le principali accuse contestate a vario titolo agli imputati. Nove gli assolti.
Tra loro, innanzitutto, il nipote del presunto capo, Stefano Rizzo, 34 anni, di Lecce, assistito dagli avvocati Rocco Rizzello, Paolo Cantelmo e Luigi Rella. Il dispositivo della sentenza è stato letto stasera, al termine del processo che si è svolto con rito abbreviato davanti al giudice Giovanni Gallo. Le pene più pesanti, a 22 anni di carcere, sono state inflitte a Ivan Firenze, 40enne di Lecce, e a Nicolino Maci detto Nico, 36, di Lecce considerati i due bracci destri del boss. Quest’ultimo è stato condannato a 13 anni e 4 mesi di carcere. Il collaboratore di giustizia Alessandro Verardi a 8 anni di carcere. 5 anni sono stati inflitti a Raffaele Martena, protagonista del tentativo di evasione dal carcere dei giorni scorsi.
Assolti dal gup anche Egidio Buttazzo, 34, di Cavallino; Oliviero Centonze, 46, di Lecce; Simone Corrado, 30, di Cavallino; Ettore Costantini, 32, di Lecce; Andrea Montinaro, 42, di Lizzanello; Angelo Montinaro, 33, di Caprarica; Federico Perrone, 27, di San Donato; Stefano Rizzo, 34, di Lecce; Marianna Serio, 35, di Cavallino.