Nei loro assalti armati, ai danni di tabaccherie e supermercati, si ispiravano al film “The Town” per dinamiche e violenza. Nove giovani, tutti di Ruffano, sono stati arrestati all’alba di oggi per una serie di rapine commesse nel sud Salento. Altri tre, tra i quali un giovane già nei guai per le rapine, invece, tutti collegati al gruppo, sono finiti in manette per possesso di cocaina.
I carabinieri della Compagnia di Maglie ha eseguito, all’alba di oggi, 9 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Lecce Dott.ssa Casciaro, richieste dal p.m. dott.ssa Miglietta, a carico di 9 persone (5 già detenute e 4 libere), facenti parte di un’associazione a delinquere finalizzata a commettere una pluralità di delitti quali rapine, furti, cessione, trasporto e detenzione di sostanza stupefacente del tipo cocaina e marijuana, con l’aggravante di utilizzare armi, oltre ad altri reati quali danneggiamenti e lesioni.
L’indagine, che in totale ha coinvolto, oltre ai 12 arrestati, altre 13 persone indagate a piede libero per gli stessi reati, è partita dalla tentata rapina dello scorso aprile, quando a Carpignano Salentino in tre tentarono il colpo ai danni dell’ufficio postale. I banditi furono arrestati grazie alla collaborazione di un dipendente delle Poste che, accortosi di strani movimenti all’esterno della struttura, avvisò tempestivamente i carabinieri. In quell’occcasione, finirono in manette Giuseppe Stasi, 23enne di Ruffano – considerato dagli investigatori il capo dell’organizzazione criminale – Daniele Mario Marra, 25enne, ed Antonio Rollo, 22enne.
Gli altri giovani finiti in manette sono: Martino Stasi, 21enne, Vito William Gravante, 31enne, Alberto Vincenti, 21enne, Giuseppe Castelluzzo, 31enne, Marco Sabato, 23enne, Carlo Chiarillo, 23enne, e ancora, con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti Marco De Vitis, 28enne (trovati in casa 7,3 gr di cocaina e 55 di sostanza da taglio), Cristian Lato, 25ennne (in casa aveva 3,5 grammi di cocaina, tre bilancini e materiale vario per il confezionamento delle dosi, oltre ad una Bmw 530 rubata a Corsano a fine dicembre, completamente smontata e priva di motore). Martino Stati, arrestato anche per le rapine ai danni delle attività commerciali, risponde anche di detenzione e spaccio, poiché nella sua abitazione – durante le perquisizioni eseguite dai militari, sono spuntati 9 grammi di cocaina, bilancino, materiale per il confezionamento delle dosi e due ricetrasmittenti.
Le rapine di cui è accusato a vario titolo il gruppetto avvennero, tra l’aprile e l’ottobre del 2012, ai danni di tabaccherie e supermercati, tra Carpignano Salentino, Muro Leccese, Spongano, Collepasso, Scorrano e Ruffano. E molte di esse furono caratterizzate dalla particolare violenza usata dai rapinatori.
L’operazione dei carabinieri della compagnia di Maglie, portata a termine con la collaborazione dei colleghi del reparto operativo del comando provinciale di Lecce, è stata ribattezzata “The Town”, dal nome della pellicola con Ben Affleck alla quale – come lui stesso ha “confessato” durante diverse intercettazioni – si è ispirava il capo del gruppo, Giuseppe Stasi, che prendeva come modello i personaggi particolarmente feroci, cercando di imitarne le gesta, essendo una storia incentrata sulle imprese di quattro rapinatori di banche.
Il fatto che le auto utilizzate per gli assalti armati venissero sempre rinvenute nei pressi di Ruffano, ha portato gli investigatori a concentrare le indagini su quel paese. Ed è stata la mossa vincente: l’attività d’indagine del Nucleo Operativo di Maglie, infatti, ha permesso di appurare non solo l’esistenza di un’organizzazione delinquenziale dedita alla consumazione di rapine, in particolare ai danni di attività commerciali, ma anche che i proventi di quei delitti erano finalizzati al sostegno delle spese per l’approvvigionamento di stupefacente del tipo “cocaina”e “marijuana” per la cessione a terzi.
L’uso della violenza era uno dei fattori comune delle rapine. I banditi, infatti, in più occasioni non avrebbero esitato a picchiare chi si poneva tra loro ed il bottino, come accadde a Spongano il 16 marzo del 2012, quando con il calcio del fucile ruppero tre denti ad un cassiere, tra l’altro figlio dell’ex sindaco Salvatore Scarciglia, “colpevole” di essersi trovato sulla strada dei malviventi.
Fondamentali si sono rivelate le intercettazioni ambientali e telefoniche, che hanno riservato qualche “sorpresa”. Nel corso delle intercettazioni in carcere, infatti, è emerso chiaramente come Giuseppe Stasi, arrestato in occasione del colpo fallito a Carpignano, approfittasse del suo stato detentivo per stringere nuove e più importanti alleanze con la malavita leccese, già operante nel settore degli stupefacenti e delle rapine, accettandone anche la “protezione” all’interno del carcere.
“Avrei sparato contro i carabinieri”: lo dice Stati in una intercettazione, riferendosi al giorno della tentata rapina a Carpignano Salentino. Il giovane, nascosto insieme ai complici in una casa abbandonata nei pressi dell’ufficio postale, avrebbe riferito che, se si fosse trovato davanti i carabinieri, non avrebbe esitato a sparare. Ma fu la fuga dei due complici a farlo desistere.
Dalla sua cella, inoltre, Giuseppe Stasi avrebbe utilizzato il fratello Martino per portare a termine materialmente gli accordi illeciti che gli avrebbero permesso di continuare a reperire un notevoli somme di denaro, che gli sarebbero servite anche per il suo mantenimento in carcere. Nei piani dello Stasi – come accertato dagli investigatori – c’erano altre rapine presso Istituti di Credito e non solo. Dal carcere, infatti, Giuseppe Stasi avrebbe continuato a progettare altre rapine, arrivando al punto che, non potendole mettere in opera personalmente, data la sua restrizione, si diceva disposto ad ingaggiare altri soggetti dai quali avrebbe preteso una parte del bottino come compenso per l’organizzazione.
Cellulari banditi durante le rapine. Particolare rilevante per far capire l’attenzione dei soggetti nei colpi, nonostante la loro età, è data dal fatto che non portavano al seguito i loro cellulari e se ciò accadeva, veniva repentinamente spento, provvedendo anche al distacco della batteria. Ma non è tutto. Alcuni membri della banda era abile nel “confezionamento” dell’alibi. Ed è ancora Giuseppe Stasi la mente dello stratagemma dell’sms ritardato. Impostando l’invio di due sms, a distanza di cinque minuti, verso l’utenza della fidanzata, il 23enne avrebbe voluto far credere ai militari di trovarsi a Ruffano, mentre in realtà – come verrà poi scoperto – si trovava a Carpignano Salentino.
All’operazione hanno partecipato i carabinieri del nucleo elicotteri, due unità cinofile ed i militari delle compagnie di Tricase, Casarano, Gallipoli e Lecce, per un totale di 85 militari e 32 pattuglie.
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