Due lucciole rumene sono state ascoltate ieri, durante l’incidente probatorio, nell’ambito del processo che vede alla sbarra, a Sanremo, per tentata estorsione continuata ai danni di alcune prostitute, l’ergastolano ed ex killer della Scu Cosimo Rocco Rizzo, 46enne di Taurisano, detto “lu Ttoi” e già affiliato dello storico clan Scarlino di “Pippi Calamita”.
Il contenuto dell’incidente probatorio – coperto da segreto istruttorio – avrà più valore quando, il prossimo 28 gennaio, saranno ascoltate altre tre lucciole, sempre rumene, parti offese nel processo.
L’uomo era stato condannato al carcere a vita per avere preso parte all’omicidio di Claudio Manco, assassinato a colpi di kalashnikov nelle campagne del sud Salento nel lontano 1995. Dopo avere scontato parte della pena in vari penitenziari italiani, era stato trasferito nel carcere di Sanremo.
Ma una volta ottenuta la detenzione domiciliare ed un permesso speciale per andare a lavorare, il salentino – come stabilirono le indagini della squadra mobile di Imperia, che lo arrestarono l’8 agosto scorso – avrebbe taglieggiato per mesi almeno cinque prostitute dell’Est, tutte provenienti dalla Romania, che esercitavano la professione nella Valle Armea (località alle porte della città del festival) e che, a causa delle minacce, erano costrette a consegnargli giornalmente 50 euro, per non avere problemi sul posto di lavoro.
L’istanza di incidente probatorio era stata presentata al gip Laura Russo dal sostituto procuratore Maria Paola Marrali, per “cristallizzare” il racconto delle presunte vittime, alle quali il Rizzo si presentava col nome di “Andrea”. Decantando i suoi trascorsi criminali e raccontando di avere già scontato vent’anni di carcere, nonché di avere già ucciso altre ragazze, “lu Ttoi” intimidiva le prostitute che, terrorizzate, cedevano – secondo l’accusa – alle sue richieste. Nel processo è coinvolta anche una donna rumena, coimputata, che tuttavia ha fatto perdere le sue tracce, rendendosi irreperibile dopo il ritorno in Romania.