Il vicesindaco di Porto Cesareo Antonio Greco si dimette. Ha bisogno di tempo per difendersi dalle accuse che gli vengono mosse dalla Procura. Greco infatti è coinvolto nell’inchiesta sul presunto voto di scambio e “bunga bunga” elettorale,
in cui si si ipotizza che il politico abbia offerto prestazioni sessuali di due donne rumene in cambio della preferenza nelle ultime elezioni. L’indagato, che respinge ogni accusa, continuerà ad appoggiare l’Amministrazione, rimarrà consigliere capogruppo della maggioranza. Le dimissioni infatti riguardano esclusivamente la carica di vicesindaco.
Le indagini, nate dagli attentati che si sono verificati a Porto Cesareo, e condotta dai carabinieri di Campi Salentina, alla guida del comandante Nicola Fasciano, ha scatenato un terremoto che ha coinvolto tutta l’Amministrazione cesarina.
Nelle scorse ore, davanti al sostituto procuratore Carmen Ruggiero, titolare del fascicolo, quattro dei cinque politici convocati nelle scorse ore per l’interrogatorio hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere a causa del clima intimidatorio che si sarebbe sviluppato in città. Si tratta dell’assessore ai lavori pubblici Luigi Baldi, il consigliere di maggioranza Giuseppe Durante, l’ex primo cittadino Fernando Antonio Basile, e suo figlio, l’ingegnere Cataldo Basile, componente del direttivo provinciale pdl. L’unico a rispondere alle domande per respingere ogni accusa è stato il primo cittadino Salvatore Albano. Tutti e cinque sono accusati, insieme a Greco, di voto di scambio.