Conoscere, cambiare, espandersi, spostarsi, salvarsi. È ciò che probabilmente ci lascia “Marzo d’Autrice”, la rassegna culturale di incontri letterari nata da un’idea, da un’intuizione della Consigliera Provinciale di Parità, Alessia Ferreri, che, per il secondo anno consecutivo, si è dimostrata pronta a “valorizzare e avvicinare le autrici/scrittrici locali ai cittadini, promuovendo e valorizzando la cultura della differenza di genere”. “Una differenza di genere – come ha affermato la Consigliera di Parità durante il terzo ed ultimo appuntamento della rassegna tenutosi domenica scorsa, 24 marzo 2013, presso lo storico teatrino dell’Ex Convitto Palmieri a Lecce – trattata attraverso un linguaggio divulgativo, molto più accessibile, dove tutti possano partecipare” nel quale l’universo femminile è “un universo complesso ed articolato in cui trovano posto tutte le forme espressive, i generi, gli stili, le sperimentazioni”. L’umanità è sempre un fine e non un mezzo e “Marzo d’Autrice” ha davanti a sé proprio questo “orizzonte”, con l’intento di sentirsi parte di una generale ripresa di valori civili, “promuovendo il talento letterario femminile in casa, nel nostro territorio, e di farlo in modo creativo e non accademico, con la necessità di coinvolgere più voci, dalle istituzioni, alle associazioni locali, alle donne impegnate nella cultura”.
Il percorso culturale, organizzato dalla Consigliera Provinciale di Parità, in partenariato con L’Officina delle Parole di Lecce ed in collaborazione con la Commissione Provinciale Pari Opportunità e l’Assessorato alla Cultura Provincia di Lecce, si è “rivelato”, nel corso dei suoi tre appuntamenti, un insieme di tasselli che si incastrano perfettamente, in cui ogni cosa si somma all’altra senza sottrarre nulla. Ed ecco che con “Marzo d’Autrice” arte, musica, letteratura “antica” e contemporanea si fondono in una società che ci rispecchia; è “una perla di cultura” nella società del Multitasking, con i suoi pregi ed i suoi “difetti”, in cui l’arte è intuizione e l’apprendimento non intende mancare di riflessione.
Tassello Musica. A rappresentarlo due giovani musiciste salentine di talento, Francesca Cavallo all’arpa ed Elena Borlizzi al flauto, “giovani ma che sono già affermate” – come ha sottolineato la voce critica di Pompea Vergaro. Esse si sono esibite, nel corso dei tre incontri di “Marzo d’Autrice” in duo, riscuotendo notevoli consensi del pubblico. Francesca Cavallo, diplomata in arpa con lode e menzione speciale al Conservatorio di Lecce, ha studiato c/o Koninklijk conservatorium Brussel sotto la guida di Jana Bouskova, con la quale ha continuato a perfezionarsi accanto alle arpiste Nicoletta Sanzin, Patrizia Tassini e Gabriella Dall’Olio. Vincitrice di concorsi nazionali ed europei annovera una certa quantità di collaborazioni con diverse orchestre, svolgendo, al contempo, un’intensa attività concertistica come solista e in formazioni cameristiche. Elena Borlizzi, diplomata con lode e menzione d’onore presso il Conservatorio di Lecce, vincitrice di numerosi concorsi nazionali ed internazionali, si esibisce in diverse manifestazioni sia in Italia che all’estero. Primo flauto ospite presso l’orchestra SOSO di Shanghai diretta dal Maestro Xu Zhong, con la quale ha effettuato tournèe in Cina e Corea del Sud, si è perfezionata con numerosi flautisti di fama internazionale. Le interpretazioni di Offenbach, Naderman, Donizetti, Rota hanno agganciato lo sguardo del pubblico alle opere pittoriche e scultoree, alla scrittura.
Tassello Arte. Cinque artiste, ognuna con una propria cifra stilistica tutta da leggere e da scoprire.
Nicole Blau viene da New York. Con le opere “I Sentieri Del Sogno” e “Miraggi perduti” (Matita e tecnica mista su cartoncino) dipinge i propri sogni “in bianco e nero”, sogni che potrebbero apparentemente apparire pessimisti, a causa dell’assenza del colore, ma che presentano “dei tracciati che infondono speranza”.
Annamaria Ferramosca, risiede a Tricase (LE). Polimaterica, racconta i propri sogni con la realtà concreta. Le sue opere, “Abstract” e “Il volo”, “toccano” la realtà, la tridimensionalità dell’ emozione esplicandosi “non solo in ciò che appare, ma in ciò che è”.
Nelly, barese, è la paesaggista che ripercorre i sentieri “d’infanzia”, la via della semplicità, attraverso i due paesaggi olio su tela: “Nostalgie I e Nostalgie II”.
Flaviana Pagliara, nativa di San Vito dei Normanni in Puglia, dove vive ed opera, “plasma la materia dando armonia e plasticità”. Pittrice e scultrice, la Rassegna ha ospitato la sua scultura in resina “Incontro d’amore”.
La pittrice Grazia Maria Peluso risiede a Leverano (LE). Paesaggista, l’artista racconta, come una chiara pennellata “riflessa sull’acqua”, la freschezza dei sogni perduti attraverso le sue particolari cromie “Con Cerulei Sogni”.
Associazioni Soroptimist Lecce, Ex Marcelline, UDI Macare Salento, ancora le Associazioni Unicel, Aede: “Marzo d’Autrice” – come ha evidenziato l’Assessore alla Cultura della Provincia di Lecce, Simona Manca, nel corso del secondo appuntamento della rassegna – ha rappresentato “una vera e propria rete consolidata tra le associazioni, non solo femminili, e le varie sensibilità del momento”. E la scorsa domenica 24 marzo, è stata la volta delle Associazioni Ande Lecce e Fidapa Lecce. L’Associazione Ande Lecce: un’associazione apartitica, “un osservatorio” – ha spiegato Maria Lucia Seracca che, in qualità di presidente, nel leggerne le finalità, ha delineato brevemente i tratti della storia dell’associazione. A rappresentare l’Associazione Fidapa Lecce Anna Natale: “un movimento di opinione per valorizzare la donna in ogni suo ambito, soprattutto nell’ambito lavorativo e professionale”. Ed “una parola” anche a Vincenza Villani Miglietta che, portando i saluti della dott.ssa Maria Teresa Maglio, Presidente della Commissione Provinciale Pari Opportunità, ha ritrovato nella dott.ssa Perrotta, “un esempio fulgido di quello che noi vorremmo significasse pari opportunità”.
Tassello scrittura. È cultura. “C’è una pazzia dello scrivere che si ha dentro, una pazzia, furiosa ma non è per questo che si è pazzi. Anzi!” – una voce dal passato irrompe attraverso l’antropologa Elisabetta Opasich: è “la voce” della scrittrice e regista francese Marguerite Duras. Nessuna imposizione, semplicemente cultura, perché solo attraverso di essa si può giungere ad un profondo, seppur graduale, cambiamento, ad una reale evoluzione personale e sociale. Ma non vi è cultura senza conoscenza, nessun superamento in assenza di consapevolezza. Protagonista indiscussa, quindi, ancora una volta la scrittura, una scrittura che disegna con quattro pennellate la “nostra” condizione sociale, viaggia nella profondità interiore delle donne, nei “retroscena di sofferenza, coercizione e solitudine”, per riscoprire noi stessi e la nostra storia. “La Rassegna è dedicata alla letteratura, alle autrici/scrittrici che parlano di donne. Noi descriviamo la scrittura delle donne che è rimasta nel dimenticatoio, senza, però, dimenticare la musica e l’arte. Era impensabile, infatti, fino al secolo scorso – ha spiegato Pompea Vergaro – che una donna potesse comporre musica o che potesse essere un’artista riconosciuta”.
Sulla scia di questi “presupposti”, tra principio di parità e principio di equivalenza, a lungo argomentato dalla Consigliera di Parità Alessia Ferreri, è apparso il libro “Pensiero politico e genere dall’Ottocento al Novecento” di Fiorenza Taricone e Rossella Bufano, Amaltea edizioni. “Questo libro è emblematico di tante cose, non solo per le donne che ci sono dentro” – è intervenuta Fiorenza Taricone, autrice anche di numerosi saggi e monografie, nonché docente associata di Storia delle dottrine politiche presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, dove ha preseduto il Comitato per le Pari Opportunità. “Questo libro – continua – è una proposizione di modelli”, al passo con i tempi, non una storia di genere, ma un equilibrio di rapporto tra i due sessi. Dalla nascita della prima rivista al femminile nel 1968, “La Donna”, un excursus di figure femminili, che si nutre della sensibilità degli uomini, donne dell’Ottocento e del Novecento, italiane e francesi, “donne che – come ha a lungo espresso la Consigliera di Parità – hanno concluso il loro impegno civile e politico attraverso le proprie azioni, attraverso la produzione di storie, saggi, atti di convegni”. Donne che hanno lasciato il segno, spesso in modo complementare rispetto a quello maschile, come patriote, educatrici, giornaliste, intellettuali che hanno cercato di rivoluzionare il pensiero umano “per il bene” comune.
Il libro è diviso in due parti con uno scopo preciso. Fiorenza Taricone e Rossella Bufano: due generazioni che si incontrano, una testimonianza concreta, una dimostrazione modello di come si possa collaborare e “passare la mano” alle giovani generazioni, in un contesto di forte pericolo della rivoluzione totale della modalità di trasmissione e di studio, in cui si dà tanto spazio all’informazione e poco alla riflessione e nella quale si rischia di rimanere assenti. Il libro è, dunque, “la dimostrazione che si può collaborare”, ma rappresenta anche l’intento di essere un titolo spendibile anche all’interno dell’Università.
“L’altra parte” è l’autrice “junior” del libro, Rossella Bufano, giornalista pubblicista, assegnista di ricerca in Storia delle dottrine politiche presso l’Università del Salento e componente del Direttivo Centro Studi Economici presso la stessa Università, che ha “confermato” i suoi temi di ricerca muovendo i passi dal concetto di maternità, da quella “naturale inclinazione della donna alla cura”, da quella crescita, da quell’educazione, che per Giuseppe Mazzini è la conoscenza, capace di fornire gli strumenti per decidere, per poter scegliere.
La donna: “il suo sguardo, accanto a quello maschile, non controlla, ma osserva con attenzione di cura il territorio”. Imparare la storia è sapere, poter scegliere la nostra direzione di vita in cui “la storia è frutto di interazione, di relazione tra uomini e donne”.
di Pamela Pinto