Di F.O.
Sono incominciati questa mattina gli interrogatori di garanzia delle 42 persone arrestate nell’ambito dell’operazione “Speed Drug”, (droga veloce). Dinanzi al gip Vincenzo Brancato, sono comparsi Fabio Monaco, 45 anni, di Lecce e Danilo Polimeno, 30 anni sempre residente nel capoluogo salentino. I due, assistiti dall’avvocato Giuseppe De Luca, hanno chiarito la loro posizione dinanzi al gip sono comparsi anche Antonello Cagnazzo, 50 anni di Cutrofiano e Luigi Saracino, 45 anni di Cutrofiano, assistiti dall’avvocato Michelangelo Gorgoni. Saracino è considerato l’esecutore materiale dell’attentato incendiario e ha negato ogni suo coinvolgimento, dichiarando di non sapere nulla delle contestazioni a suo carico. Antonio Coluccia, 44 anni di Galatina, invece, si è avvalso della facoltà di non rispondere mentre Alessandro Santoro, 35 anni di Galatina, ha negato di conoscere gli altri soggetti dichiarando di essere solo un assuntore quando viene intercettato. Sono stati anche asoltati i due Palamà, Daniele di 34, di Cutrofiano e Antonio. Assistiti dall’avvocato Donato Sabetta, hanno risposto alle domande dicendo che non sanno nulla respingendo le accuse su quanto successo e dicendosi estranei al fatto di essere considerati i mandanti del tentato omicidio di Antonello Cagnazzo. Giovanni Fusco, invece, 32 anni di Noha, invece, si è avvalso della facoltà di non rispondere, difeso dall’avvocato Donato Sabetta. Vito Erman, invece, 35 anni di Lecce, alla presenza del suo avvocato Alessandro Stomeo, ha risposto dicendo che comunque non ha nulla a che vedere con l’organizzazione e di aver acquistato dosi solo per uso personale. dinanzi al gip, poi, è comparsa anche Marzia Lorenzo, 36 anni di Lecce, moglie di quel Sandro Fuso, già condannato nell’operazione “Cinemastore” a sei anni di reclusione. La donna ha riferito che dei traffici del marito non sapeva nulla e nelle tre telefonate intercettate invitava i clienti a venire a casa e in una sollecitava l’arrivo del marito sol perché intendeva farli andare via quanto prima da casa sua perché quell’attività di spaccio le dava fastidio. Giovanni Monaco, invece, assistito come la donna dall’avvocato Elio Maggio, ha spiegato, invece, di avere solo rapporti commerciali con Fuso ed essendo un assuntore faceva uso di sostanze stupefacenti soprattutto quando stava ai domiciliari. il legale Elio Maggio ha già annunciato di voler ricorrere al Riesame perché, soprattutto per la donna, la convivenza è cosa ben diversa dal concorso in un’attività di spaccio. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, invece, Gioele Greco, 26 anni di Lecce e Diego Rizzo, 29 anni, del capoluogo, assistiti dall’avvocato Benedetto Scippa.