L’ombra della lupara bianca sullo sfondo della faida di Squinzano per la scomparsa di Luca Greco, di 38 anni, originario di Squinzano ma residente a Campi Salentina e Massimiliano Marino, di 34, di San Donaci. Sono tre le persone iscritte sul registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario dal sostituto procuratore Giuseppe Capoccia, titolare del fascicolo d’indagine. Tra i tre indagati compare il nome di Alessandra Bruni, 22 anni, di Squinzano, convivente di quel Marino Manca, sfuggito l’8 settembre scorso ad un agguato insieme a Luca Greco quando la pistola impugnata dal tarantino Michele Intermite si inceppò. La donna è anche sorella di Saida Bruni, la 20enne arrestata con un carico di Cinque chili di cocaina il 19 novembre scorso. Gli inquirenti, (al lavoro ci sono i carabinieri della Compagnia di Campi Salentina, guidati dal capitano Nicola Fasciano), sono arrivati alla donna perché è stato rilevato dallo studio del traffico telefonico degli apparecchi in uso a Luca Greco e Massimiliano Marino contatti fino a poche ore dalla loro scomparsa con l’utenza in uso alla Bruni, difesa dall’avvocato Antonio Savoia. Secondo gli inquirenti, la Bruni avrebbe ricevuto un sms da Massimiliano Marino il cui contenuto potrebbe essere di estremo interesse per lo sviluppo delle indagini. Il pm ha conferito così incarico ad un ingegnere informatico per acquisire il testo del messaggio e di quelli contenuti in memoria e che possano avere attinenza con l’indagine. la donna è anche accusata di favoreggiamento aggravato dalle modalità mafiose. Sul registro degli indagati, però, ci sono altri due nomi, ai quali gli inquirenti hanno sequestrato sempre gli apparecchi telefonici. Tra questi c’è anche Luciano Liuzzi, il 34enne di Squinzano, che, proprio nella giornata di ieri, ha scelto di essere giudicato in abbreviato nell’ambito dell’indagine “Break Open” e tuttora ai domiciliari. il suo nome compare nella faida di Squinzano perché risulta il destinatario di alcune missive che Salvatore Milito gli avrebbe inviato non appena arrestato per il tentato omicidio di Marino manca e Luca Greco. Il terzo nome è quello di Giovina Vitale, di 42 anni, di Cellino San Marco, anche lei finita nelle maglie dell’inchiesta “Break Open” e che verrà giudicata in abbreviato. Con questa svolta nelle indagini, a dieci giorni dalla scomparsa dei due, gli inquirenti hanno imbeccato una pista privilegiata per accertare quale fine abbiano fatto Greco e Marino inserita nella guerra fra clan avviata a Squinzano dalla fine dell’estate. I contatti telefonici con persone gravitanti negli ambienti criminali del paese potrebbero così consentire di inquadrare la scomparsa dei due nei contesti della malavita locale. E il terrore di un’azione così efferata come non se ne vedevano da anni appare sempre più concreto. Ma quale ruolo potevano avere Greco e Marino nell’ambito degli assetti criminali del Nord Salento? Difficile stabilirlo, al momento, perché i due avevano alle spalle piccoli precedenti penali alle spalle ma, per gli inquirenti, nell’ultimo periodo si erano avvicinati agli ambienti della malavita che conta. Quella stessa, forse, che ha sancito una sentenza di morte con un’azione eclatante.
Francesco Oliva