Ammonta a 8 milioni di euro la stima dei beni confiscati questa mattina a Santo Paglialunga, 65enne di Aradeo, accusato di usura aggravata e continuata.
Un patrimonio che comprende tre aziende immobiliari, 19 immobili, 37 terreni edificabili per un totale di 43 ettari e conti correnti bancari, più una società di finanziaria, che serviva da copertura per l’attività di usura.
La misura preventiva è scaturita da una serie di indagini, a loro volta avviate in seguito alla denuncia nel 2009 di un commerciante di carni all’ingrosso di Aradeo. L’uomo, vittima di usura da parte di Paglialunga, si sarebbe rivolto alle forze dell’ordine presentando anche delle prove.
Spedendosi infatti, via posta, con una certa scaltrezza, una fotocopia degli assegni falsati e di quelli con la somma realmente versata alla Finanziaria Aradeo di proprietà di Paglialunga, il commerciante ha potuto così non solo evitare problemi di carattere finanziario, ma ha anche fornito delle prove permettendo alla Direzione Investigativa Antimafia di avviare le indagini.
La DIA ha perciò scoperto che nonostante nell’arco di 11 anni, Paglialunga e la sua famiglia avessero dichiarato un reddito complessivo di 150mila euro, i beni a loro intestati ammontavano ad un totale di 8 milioni di euro. Non solo, tra il 1999 e il 2005 vi sarebbe stati dei movimenti bancari per un totale di 900mila euro. Da qui la richiesta di confisca preventiva, che è stata accolta a distanza di due anni e concretizzata questa mattina.
Tra i beni sequestrati, oltre alla finanziaria Aradeo, spiccano l’impresa immobiliare Ima, quella legata ai tabacchi Lazzari e la Car che si occupava della gestione di impianti sportivi. E poi il Castello Lazzari nei pressi di Cutrofiano, il Kartodromo vicino Galatina, una casa colonica ad Aradeo, due opifici e tre ville.
Un enorme patrimonio insomma, che adesso è passato tra le mani dello Stato, mentre sono ancora in corso le indagini per la denuncia di usura aggravata. Nella finanziaria Aradeo infatti, sono stati trovati 213 assegni frutto di usura per un totale di 780mila euro, assieme a 500 contratti di mutuo lasciati in bianco ma firmati, probabilmente la copertura con cui si aggirava il prestito – che in realtà aveva un tasso di interesse del 50% – rendendolo legale con un tasso del 7%. Il numero così alto di contratti rinvenuti, lascia quindi intendere quanto ampio potrebbe essere il bacino di utenza dell’attività di usura che al momento risulta composto principalmente da commercianti della zona.
Paglialunga al momento risulta denunciato a piede libero e deve rispondere anche dell’accusa di esercizio abusivo di raccolta del risparmio.
Di Roberta Mazzotta