Nuove acquisizioni nell’ambito dell’inchiesta sull’Università del Salento. Sotto la lente della Procura tutta la documentazione relativa agli incarichi esterni conferiti negli ultimi sei anni. Saranno gli ufficiali di polizia giudiziaria, coordinati dal sostituto Paola Guglielmi, a recarsi nuovamente negli uffici dell’Ateneo, per reperire tutte le carte.
Domani, tra l’altro, dovrà presentarsi nuovamente davanti agli inquirenti, per essere ascoltata, l’attuale direttore generale dell’Università del Salento, l’avvocato Claudia De Giorgi.
Gli accertamenti condotti in questi giorni sono tutti relativi ad uno dei filoni d’inchiesta nato da uno dei numerosissimi esposti giunti sulla scrivania del magistrato.
Intanto è stata già conclusa la prima parte della consulenza che sta conducendo il conservatore del registro delle imprese della camera di commercio Angelo Vincenti, che ha ricostruito l’organigramma di tutte le società riconducibili al rettore Domenico Laforgia, e ai suoi familiari: il figlio e la moglie.
Gli investigatori vogliono scongiurare il rischio di un possibile conflitto tra gli interessi privati e quelli pubblici del Magnifico.
Ma a stretto giro arriva una nota del Magnifico Rettore,Prof. Domenico Laforgia che si difende e va al contrattacco: “Non ci sono mai state consulenze affidate dall’Università a società che fanno riferimento alla mia persona o a persone a me vicine. Ben venga un accertamento documentale che lo dimostri in maniera indiscutibile una volta per tutte e metta fine a questa operazione diffamatoria che va avanti oramai da mesi sulla base di teoremi che leggiamo sulla stampa e esposti anonimi. Mi auguro che si giunga presto alla conclusione di questa vicenda soprattutto in vista delle importanti decisioni che dovranno essere prese nel prossimo futuro, che ci auguriamo libere da ambigue ipoteche. Nonostante l’amarezza di vedere l’enorme lavoro svolto in ormai sei anni messo quasi in ombra da una campagna mediatica calunniosa, ho piena fiducia nell’operato della Magistratura e negli anticorpi che la nostra Università ha oramai sviluppato.