Si è svolto questa mattina un incontro in Confindustria sul problema degli inerti provenienti dall’edilizia. Il responsabile della sezione Recupero e Riciclo, Rocco Carangelo, ha incontrato il presidente della provincia Antonio Gabellone per porre i problemi che vivono le aziende del territorio in merito al processo da rispettare come da direttive europee. Il materiale inerte proveniente dagli scarti edili, infatti, deve essere per legge conferito in impianti idonei per il recupero e il riciclo dei materiali che una volta lavorati devono essere reimmessi sul mercato in forma di nuovo materiale di “prima e seconda”.
Quest’ultima fase di riciclo non sta avvenendo e gli impianti si trovano in una condizione di esubero di materiale e di possibile intasamento per i prossimi mesi. La delibera provinciale dello scorso novembre con la quale l’ente emanava l’obbligo di raggiungere almeno il 30 per cento del recupero dagli inerti e che invitava le amministrazioni comunali a farsi carico dell’utilizzo anche per lavori ordinari dei comuni, non ha avuto il risultato sperato. Al tavolo di questa mattina dove sedevano numerosi operatori del settore, la richiesta per il presidente Gabellone è stata di una deroga a quella delibera che dia la possibilità alle aziende di smaltire in breve il materiale accumulato e di avviare insieme una progettualità per la lavorazione di materiali necessari al mercato. Tra le varie proposte: pannelli di rivestimento, calcestruzzi alleggeriti e tanto altro da commercializzare anche all’estero. Un obiettivo che se raggiungibile, farebbe decollare qualche azienda salentina che si è già adeguata alle nuove normative ma che per il momento è ostacolata dal mancato utilizzo dei materiali. Il presidente Gabellone ha inteso mobilitarsi, intanto con la deroga come richiesto e poi nel coinvolgere i comuni e se necessario il Prefetto nell’opera di sensibilizzazione nei confronti dei municipi in primis. Provvedimenti urgenti da prendere perché per molti impianti resta un solo mese di autonomia prima di collassare mentre sempre nuovi materiali continuano ad essere estratti dalle cave naturali.
M. Cristina Pede