Una trentina di lavoratori della Sanitaservice in protesta sui tetti del presidio ospedaliero Vito Fazzi di Lecce, domani pranzeranno ad alta quota. E’ l’ennesimo gesto di protesta per far capire che la loro è una manifestazione ad oltranza dopo i numerosi rinvii alle richieste dei circa 650 lavoratori con contratto part-time.
Avevano già sfilato per le vie cittadine lo scorso 18 febbraio partendo dal presidio permanente di via Miglietta, per raggiungere la Prefettura . I lavoratori internalizzati a maggio del 2011 ma che per il 90 per cento operano in regime di part time, chiedono di poter raggiungere, magari anche gradualmente, il full time così come è successo per i lavoratori di Sanitaservice delle altre province pugliesi. Sono circa 6 mila le ore che potrebbero garantire la copertura del tempo pieno ai lavoratori. Ma la società in house alla Asl ha bisogno di quest’ultima per poter raggiungere gli obiettivi rivendicati dai lavoratori che attualmente percepiscono uno stipendio che si aggira intorno ai 600 euro. Nella manifestazione del 19 marzo a Bari con il coordinamento del sindacato provinciale Usb rappresentato da Gianni Palazzo, il governatore Vendola e l’assessore alla Sanità Elena Gentile, avevano promesso la convocazione di un tavolo di concertazione. Da allora è trascorso quasi un mese e non si ha notizia di nessun tavolo. Due giorni fa una rappresentanza dei lavoratori esasperati, hanno occupato il tetto della palazzina che è anche la sede della società e la direzione amministrativa della Asl. Chiedono l’intervento dell’assessore Gentile che dia qualche risposta alle loro richieste. A monte del problema, secondo Gianni Palazzo, ci sarebbe il veto di Canzio, commissario straordinario della spending review nei confronti della società in house, ma anche qualche diniego dai vertici delle altre organizzazioni sindacali che non si sentono coinvolte.
I lavoratori hanno ricevuto la solidarietà dell’amministratore unico di Sanitaservice Lorenzo Martello ed anche quelle del direttore generale della Asl di Lecce, Valdo Mellone. “Ma a questo punto si rende necessario l’intervento del governatore Vendola – dichiara Palazzo – che potrebbe sbloccare con una delibera il veto posto da Roma, dal momento che lo statuto delle società in house prevede che non siano soggette alla spending review se si tratta di società a totale partecipazione pubblica, com’è Sanitaservice. In altre parole la fase di stallo che si è venuta a creare per i lavoratori che chiedono un aumento del monte ore e quindi dello stipendio, non dovrebbe essere compromessa dalle direttive di Mario Canzio, soprattutto perchè il passaggio al full time era stato chiesto dallo scorso giugno. In attesa di notizie da Bari, i lavoratori si sono organizzati con tende da campeggio per passare giorno e notte sui tetti, a turno tra colleghi e garantendo comunque il servizio per cui sono pagati circa 600 euro al mese.
M. Cristina Pede