Negli anni sono state fatte inchieste sugli sprechi giganteschi in ogni settore al punto che tutte queste inchieste sono state battezzate con il termine: “sprecopoli”. Credo che, riferendoci solo all’attività calcistica, il Lecce possa ambire ad uno dei primi posti in questa particolare classifica. Ma quello che fa rabbia è il constatare che sembra tutto assolutamente normale, solo casuale e per nulla doloso.
Ma siamo certi che non ci siano responsabilità fra coloro che ne escono sempre indenni e ve ne siano troppe per coloro che ne hanno meno di quanto loro attribuito? La partita di domenica scorsa obbliga tutti ad una amara riflessione: come si fa ad entrare in campo così storditi, demotivati, disattenti al punto da subire due reti nei primi 8 minuti e mettere una gara, che era da archiviare, tutta in salita? Si dirà che questo è il calcio ma io aggiungo che questa è anche la scarsa professionalità di chi lo esercita. Il tecnico a fine partita ha affermato di aver raccomandato la massima attenzione addirittura nei 5 minuti che precedevano l’ingresso in campo, durante il riconoscimento. Se così fosse stato, e non vedo perché non debba essere stato, allora ci sono da considerare alcune ipotesi; la prima: il tecnico ha parlato e nessuno lo ha capito; la seconda: il tecnico è stato capito ma i calciatori hanno, subito dopo, dimenticato; la terza: hanno capito, ma hanno deciso di fare di testa propria. In tutti e tre i casi si sarebbe di fronte a qualcosa di preoccupante perché ci troviamo di fronte ad un caos strisciante che porterebbe a vanificare i tentativi di promozione. Per quanto paradossale possa sembrare questa disamina, essa trova supporto in un titolo che il “Quotidiano di Lecce” ha pubblicato martedì scorso nel quale campeggiava la scritta “ LECCE BASTA ESPERIMENTI!”. Va da sé che, se per l’ultima partita si fanno ancora esperimenti, significa che non stiamo per niente bene e mi ha dato lo spunto anche un fatto accaduto sul campo, relativo al calciatore Ferrario. Forse ci si ricorderà che, raggiunto il pari, il Lecce stava producendo il massimo sforzo per prevalere e, nel ribaltamento dell’azione, dall’area del Carpi a quella del Lecce, il Ferrario, rientrando e correndo gomito a gomito con un avversario, sulla tre quarti del Carpi, rifilava una vistosa gomitata alla gola dell’avversario, gomitata benevolmente “non vista” da arbitro e segnalinee, cosa questa che ha consentito al Lecce di rimanere in 11. Ora mi domando? Ma questo avviene perché non si ha più ossigeno per irrorare i neuroni oppure non frega niente a nessuno degli aventi causa visto che il Lecce avrebbe dovuto continuare in 10?
Certo capisco anche che molti dei miei spunti odierni sono figli di una rabbia che più rabbia non si può, ma continuo ad affermare che, in una partita delicata come quella con il Carpi e con il valore che la partita comportava, la rabbia si accentua se si pensa anche che pure il Trapani ha fatto un passo falso.
Ma adesso ci sarà l’ultimo scontro e non potremo fare alchimie di sorta; si spera solo che noi si vinca ed il Trapani inciampi perché i possibili play off li vedo molto male dal momento che la squadra sembra non abbia una caratura caratteriale adeguata a reggere il peso psicologico degli scontri diretti da play off. Questa volta dobbiamo fare appello ad una fortuna, che vorrei tanto fosse anche sfacciata, perché l’obbiettivo possa essere centrato direttamente, altrimenti mettiamoci in testa che saranno dolori,dai quali comunque potremmo anche venir fuori con una patente di “veri uomini”.
Mario La Mazza