SUPERSANO (Lecce) – Una quindicina di cani rinchiusi in gabbie e box fatiscenti con coperture in eternit e tenuti in condizioni igienico sanitarie precarie. Intorno resti di cibo in stato decomposizione come pasta ricoperta di muffa, acqua putrida ed escrementi sparsi un pò ovunque. E’ la terribile scoperta compiuta nelle scorse ore all’interno di un terreno privato di proprietà di un contadino alla periferia di Supersano dove la vita di alcuni cani era diventata un inferno. L’incubo si è concluso grazie all’intervento delle guardie ecozoofile dell’Oipa della provincia di Lecce (acronimo di Organizzazione Internazionale Protezione Animali) che hanno provveduto a liberare gli animali e a sequestrare il canile.
Il proprietario, invece, è stato denunciato con l’accusa di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze (articolo 772 comma 2 del codice penale) mentre i cani – principalmente bassotti e meticci di taglia media-piccola – verranno accalappiati e trasferiti in un canile di Ugento dove nei prossimi giorni saranno visitati per accertare se la permanenza in quel terreno abbia potuto arrecare problemi fisici.
L’intervento delle guardie zoofile si è reso possibile grazie ad alcune segnalazioni inoltrate in particolare da turisti che alloggiano in quella zona di campagna e che hanno notato la presenza dei cani. Così, interpellato il sostituto procuratore Stefania Mininni per chiedere di poter controllare il terreno, è stato ottenuto il via libera per un intervento delle guardie che hanno provveduto a liberare i cani, alcuni dei quali trovati liberi di muoversi senza la zavorra delle catene.
Da quanto accertato il proprietario del terreno svolge anche l’attività di cacciatore di volpi ed era solito servirsi dei cani per cacciare e stanare i mammiferi dalle loro tane. Gli animali liberati potranno ora essere accuditi ed eventualmente anche curati dai veterinari del canile ugentino che accerteranno le loro effettive condizioni di salute. Nel frattempo le indagini non si possono ritenere assolutamente chiuse. E’ da comprendere da quanto tempo gli animali si trovassero all’interno di quel terreno e se il contadino con l’hobby della caccia abbia agito da solo o con la complicità di qualche altra persona per ora sfuggita alle maglie della giustizia e ad eventuali provvedimenti penali.
Francesco Oliva