Non ci fu alcuna ipotesi di usura sui prestiti ed è stato così prosciolto il bancario Nicola Perniceni, 48 anni, di Maglie.
Lo ha stabilito il gup del Tribunale di Taranto con la formula “perché il fatto non costituisce reato” nonostante il procuratore capo della Procura del capoluogo jonico, Francesco Sebastio, aveva chiesto il rinvio a giudizio sulla scorta delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza.
Secondo quanto ipotizzava l’accusa, Perniceni, insieme ad altri tre imputati, avrebbe effettuato una indebita e spropositata capitalizzazione trimestrale soprattutto in relazione agli sbilanci negativi registrati” con tassi usurai superiori a quelli applicati dalla Banca d’Italia. Non usurai, però, così come aveva sostenuto l’avvocato difensore Mario Coppola.
Lo stesso provvedimento di assoluzione ha riguardato altri imputati, sempre bancari: Cosimo D’Oria, 67 anni, di Sava; Antonio Simeone, 36 anni, di Latiano e Pantaleo Ancora, di 57, residente a Mesagne. Attraverso una nota si precisa che le indagini hanno interessato i dipendenti della banca per fatti inerenti solo lo svolgimento delle loro funzioni di direttori della filiale e che, nel conteggio degli interessi, la banca ha correttamente rispettato i limiti previsti da Banca d’Italia.
F.Oli.