NARDÒ (LECCE) – L’estorsione dopo il furto non è rimasta impunita. Né la loro spavalderia ed arroganza, con le quali si presentarono sul set cinematografico di Paolo Genovesi – “Sei mai stata sulla luna”, al cinema dal prossimo gennaio – che in quei giorni stava girando il film nel centro storico di Nardò, chiedendo di parlare “con chi comanda”.
All’alba, per i due ladri ed estorsorsi si sono aperte le porte del carcere: si tratta di Luca My, 30enne di Nardò (con alle spalle una condanna per 416 bis, per associazione di tipo mafioso), e di Pierluigi Calignano, 21enne di Lecce, noto per vari reati, arrestati dagli agenti del Commissariato neretino con le accuse di tentata estorsione e furto, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip Giovanni Gallo, su richiesta del pubblico ministero Guglielmo Cataldi.
L’episodio risale al 20 settembre 2013, quando i due salentini raggiunsero piazza Salandra, avvicinando il location manager di una casa cinematografica di Roma, produttrice della pellicola del regista romano, che vede tra i protagonisti – tra gli altri – Raul Bova, Neri Marcoré, Emilio Solfrizzi, Nino Frassica e Dino Abbrescia.
I due, con fare arrogante, chiarirono subito che fosse la loro zona, chiedendo di poter parlare con “quello che comanda”. Le loro richieste, però, non furono assecondate: produttore, regista, attori e comparse (molte delle quali salentine), infatti, erano tutti impegnati sul set. E i due furono invitati a tornare più tardi, al calar della sera.
L’atteggiamento minaccioso del My e del Calignano insospettirono il location manager, che non perse tempo ed informò dei fatti la polizia del commissariato locale, guidato dal dirigente Pantaleo Nicolì. Anche perché, nel primo pomeriggio di quel 20 settembre, la troupe subì il furto di alcuni apparecchi elettronici e cinematografici (tra i quali walkie talkie ed altra attrezzatura) nonché il danneggiamento di due tir, accompagnati da una scritta emblematica ed inquietante, rinvenuta all’interno del mezzo che riuscirono a svaligiare: “Pacate 50mila se no ciao”.
Avuto il sentore (come era realmente accaduto) che la produzione cinematografica avesse allertato le forze di polizia, tuttavia, My e Calignano – il primo ritenuto affiliato al clan Dell’Anna, appartenente alla Sacra Corona Unita – non si presentarono all’appuntamento serale. E sparirono dalla circolazione.
Gli autori del furto e del messaggio estorsivo, come hanno avuto modo di accertare i poliziotti, furono proprio i due salentini. Ad incastrarli, infatti, è stato un filmato registrato dalla telecamera di un’attività commerciale, posizionata vicina al parcheggio dei tir (un vicoletto nei pressi di piazza Salandra), che inquadrò il raid a volto scoperto dei due malviventi e la loro fuga a bordo di uno scooter.
“Arresti come questi – ha dichiarato il procuratore Cataldo Motta durante la conferenza stampa – servono per dare fiducia alla gente e spronarla a denunciare i reati di estorsione ed usura, affinché non restino impuniti. Le denunce a riguardo sono troppo poche. Nell’ultimo anno, infatti, la Procura di Lecce ha ricevuto solo tre denunce per usura e quindici per estorsione, ma sono dati che non rispecchiato la realtà del territorio. Bisogna avere il coraggio di denunciare, anche in virtù del recente Codice Antimafia, che ha introdotto il reato di omessa denuncia a carico delle vittime”.
“Tra cittadini e forze dell’ordine deve esistere un rapporto fiduciario. Queste operazioni – ha dichiarato, invece, il Questore di Lecce Antonio Maiorano – devono rafforzare la volontà di denunciare e la convinzione che la Polizia di Stato è al servizio del cittadino”.