MATINO (Lecce) – Ora non ci sono più dubbi. La conferma è arrivata nelle scorse ore. Le ossa ritrovate in un pozzo l’1 agosto scorso appartengono ad Ivan Regoli, il giovane di Matino svanito nel nulla il 12 settembre del 2011.
E’ stata infatti depositata la consulenza medico-antropologica eseguita il 14 ottobre scorso dal medico legale Alberto Tortorella e il professore Francesco Introna, ordinario di Medicina Legale dell’Università di Bari. L’accertamento venne eseguito il 14 ottobre scorso presso l’istituto di medicina legale di Bari.
La certezza l’ha fornito l’arcata dei denti. E’ quella del giovane scomparso. Ed Effettivamente quei resti ritrovati in un pozzo all’interno di un terreno agricolo in contrada “Sant’Anastasia” appartengono al giovane di Matino.
I consulenti hanno anche accertato come Regoli sia stato colpito e ferito con alcuni oggetti contundenti prima del decesso.
Purtroppo anche le residue speranze sono state cancellate. In cuor loro i familiari del giovane riponevano ancora una flebile di speranza che gli accertamenti medici potessero smentire una certezza già acquisita il giorno del ritrovamento. Quel che restava degli indumenti, infatti, venne riconosciuto dai familiari accorsi in campagna non appena furono informati del ritrovamento delle ossa nel pozzo.
L’allora 28enne si allontanò spontaneamente da casa in quel caldo pomeriggio di fine estate. Avrebbe dovuto raggiungere un tabacchino per acquistare un pacco di sigarette e, successivamente, si sarebbe dovuto incontrare con la ex moglie. Proprio perché non si sarebbe dovuto attardare più di tanto, nella casa materna aveva lasciato portafogli e documenti portando con sé appena tre euro e il telefonino. Da quel giorno il cellulare rimase muto. Per sempre.
Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Antonio De Donno e affidate ai carabinieri di Casarano, per il momento hanno portato all’iscrizione sul registro degli indagati del nome di Antonio Coltura, amico della vittima.
Sull’auto del 43enne sono stati effettuati alcuni accertamenti per rilevare eventuali tracce riconducibili alla vittima. A rendere ancor più scomoda la posizione del 43enne ci sarebbe un ulteriore tassello: il terreno e il pozzo in cui è stato ritrovato il cadavere appartenevano alla sorella di Coltura nel periodo in cui Regoli fece perdere le proprie tracce. gli sviluppi investigativi forniranno l’esatta chiave di lettura. Ora la priorità è fornire un’adeguata sepoltura a quei resti di un ragazzo deceduto in contesti ancora poco chiari.
Il padre Antonio è assistito dall’avvocato Maria Greco. La madre da Francesca Conte, mentre la compagna Tiziana Barba è assistita da Francesco Piro.
“Sono stremata e rammaricata” commenta la madre Antonia Rizzo, “per come sono trascorsi questi tre anni, trascorsi nel dolore fino alla fine. Spero solo che ora mi possano restituire i resti di mio figlio quanto prima. Vorrei tanto che adesso vengano acciuffati i colpevoli, che dovranno pagare quanto fatto con la giustizia. Nonostante agli occhi di Dio nulla è impossibile, mi ero ormai rassegnata al peggio” ha amaramente confessato la donna.
Francesco Oliva