LECCE – Una nuova perizia sulla mascherina persa da uno degli aggressori dei coniugi Margilio e ritrovata per terra. A caccia del dna di uno dei tre imputati. Il gup Carlo Cazzella ha così disposto un ulteriore supplemento d’indagine nel processo in cui sono imputati il 46enne Giuseppe Calogiuri, Vincenzo Franco, 47 anni (ritenuti gli autori materiali dell’aggressione) e Antonio Greco, di 57, (con il ruolo di mandante). Una decisione adottata dal giudice alla luce delle diverse conclusioni redatte dai consulenti. In ballo c’è la paternità delle tracce minoritarie di dna trovate sulla mascherina perché il profilo maggioritario con certezza appartiene alla vittima.
Il gup ha fissato per il prossimo 3 giugno il conferimento dell’incarico al perito nel processo celebratosi in abbreviato. In mattinata, intanto, negli uffici della Questura si è svolto il riconoscimento da parte di Alessandra Ruggeri di Calogiuri. La donna ha puntato il dito senza titubanze contro il 46enne presente insieme ad altri tre altri profili. Tutti scartati. La donna, infatti, ha sempre e solo riconosciuto Calogiuri perché perse la mascherina e si rese riconoscibile.
La brutale aggressione risale al 18 febbraio di quattro anni fa. La coppia di coniugi (soci di maggioranza di “Ideass”, un’azienda operante nel settore dei servizi socio-assistenziali) venne attesa nei pressi della villa in via Maria Grazia Cutuli, una traversa di via Vecchia Frigole. Poi brutalmente picchiata a colpi di bastone. In particolare fu Margilio a subire le conseguenze più gravi. Finì in ospedale in prognosi riservata. A scatenare quell’inaudita violenza, ci sarebbero stati dissidi per questioni lavorative.
Greco, infatti, risultava socio di minoranza della Ideas srl, società di cui Margilio e moglie erano soci di maggioranza. Gli attriti e i contrasti sarebbero sorti quando Greco manifestò l’intenzione di costituire una nuova società con stesso oggetto sociale in provincia di Taranto, a Manduria. Una decisione che avrebbe arrecato un grave danno ai Margilio andando a determinare una situazione di mercato sleale nel settore delle case di cura locali.
Le indagini accertarono come Greco risultasse socio della nuova società appoggiandosi ad un prestanome. I Margilio avrebbero persino minacciato di avviare iniziative giudiziarie finalizzate a bloccare tale attività inoltrando ricorso al Tar. In questa situazione di difficile gestione, sarebbe maturata la rappresaglia organizzata da Greco e compiuta dagli altri due imputati. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Luigi Covella, Luigi Rella, Silbio Verri e Gianni Gemma. I coniugi, invece, sono rappresentati da Amilcare Tana, Giuseppe Bonsegna e Carlo Chiuri e si sono già costituiti parte civile.
F.Oli.