LEUCA (Lecce) – L’ennesimo viaggio della speranza si concluse con l’arresto dei trafficanti di vite umane. Settantacinque migranti di varia nazionalità erano appena sbarcati sulle coste salentine. In cerca di un futuro migliore lontano dai propri paesi d’origine. Dopo un lungo ed estenuante viaggio solcando il mar Mediterraneo. In giornata i tre scafisti di nazionalità ucraina hanno saldato il proprio conto con la giustizia dinanzi al gip Simona Panzera dopo che l’avvocato difensore Vito De Pascalis aveva concordato la pena con il magistrato di turno. Il conto: quattro anni ciascuno e una supermulta di un milione di euro (conteggio finale di 25mila euro per ogni migrante trasportato). Il giudice ha anche riconosciuto agli imputati una sfilza di aggravanti: la collaborazione con la criminalità organizzata transnazionale, l’immigrazione clandestina a fini di lucro e il numero di persone concorrenti nel reato.
A bordo dell’imbarcazione erano ammassati i clandestini (tra cui dieci minori) che rappresentavano un autentico meltin pot di razze: afghani, iracheni e somali. Il natante, lungo circa venti metri, venne intercettato all’alba del 24 maggio scorso ad oltre tre miglia dalla terraferma nei pressi della conosciuta località il “Ciolo”. Gli uomini della capitaneria di porto di Gallipoli intercettarono il caicco di circa venti metri. I militari supportati da due motovedette, riuscirono a soccorrere i migranti grazie alla segnalazione del velivolo islandese dell’Agenzia Frontex dell’Unione Europea.
Giunto sulla terraferma, il folto gruppo di cittadini stranieri venne sottoposto alle cure del caso e prontamente rifocillato. I tre scafisti vennero subito arrestati mentre, così come prevede la prassi, i migranti vennero accompagnati nel centro di prima accoglienza “Don Tonino Bello” di Otranto prima del trasferimento presso le strutture dei richiedenti asilo.
F.Oli.