TREPUZZI (Lecce) – Il gip Vincenzo Brancato concede i domiciliari a Cosimo Davis Guido, 36enne di Trepuzzi, finito in carcere l’8 gennaio per un cavallo di ritorno fallito, un’estorsione ai danni di un negozio di telefonini, una tentata rapina in casa di un anziano e una truffa spacciandosi per un dipendente dell’Acquedotto. Il giudice ha così accolto l’istanza presentata dall’avvocato Maria Cristina Caracciolo che aveva evidenziato un’attenuazione delle esigenze cautelari. Le indagini, condotte dai carabinieri della stazione di Trepuzzi guidati dal maresciallo Giovanni Papadia, si sono avvalse della preziosa collaborazione delle vittime nonostante “l’uomo facesse leva sul suo passato criminale e sulla sua capacità intimidatoria e confidando nell’omertà delle vittime del tutto incurante del rischio di essere riconosciuto e denunciato”, scriveva il gip Carlo Cazzella nella propria ordinanza.
In breve, gli investigatori hanno ricostruito i quattro episodi incartando la richiesta di arresto. Il tentativo di estorsione con la tecnica del cavallo di ritorno risale al 4 novembre scorso. Guido avrebbe avvicinato una vicina di casa costringendola a consegnargli del denaro affinchè si adoperasse a farle ottenere la restituzione dei documenti della sua Citroen C3 oggetto di furto. Si sarebbe presentato in casa della donna dicendole: “Scendi che aggiustiamo tutto! Ti voglio aiutare”, precisando che per aiutarla a ottenere la restituzione dei documenti doveva dare un regalino ai ladri suoi amici. Il tentativo di taglieggiamento, però, non andò buon fine. Quel giorno stesso, invece, venne consumata un’altra estorsione. Guido si presentò in un negozio di telefonia del centro chiedendo di poter acquistare un cellulare di circa 500 euro. Ai due titolari dichiarò chiaramente: “Questo telefonino mi serve perché lo devo regalare ad uno che ieri è uscito dalla galera”. E quando il titolare pretese i soldi Guido avrebbe risposto: “Va bene, poi vengo da te e mi paghi tu a me” facendosi consegnare il telefonino senza pagarlo.
La truffa, invece, risale alla fine di novembre. Vittime: un anziano e la sua badante. Guido si sarebbe spacciato per un dipendente dell’Acquedotto Pugliese. Riferì di dover eseguire dei lavori sull’impianto idrico dell’abitazione altrimenti non avrebbero più beneficiato della fornitura d’acqua. In tal modo, si sarebbe fatto consegnare dall’anziano la somma complessiva di 320 euro riferendo che il costo dei lavori era di 280 euro e riservandosi di consegnare loro la ricevuta e il resto di 40 euro nelle ore successive. Ritornato a casa dell’anziano, anziché restituire l’intera somma, Guido si sarebbe fatto consegnare altre 250 euro riferendo falsamente che il proprio collega, in realtà inesistente e che avrebbe dovuto provvedere alla restituzione del denaro, disponeva soltanto di una banconota di 500 euro. In totale avrebbe intascato 570 euro.
C’è poi l’episodio dell’efferata tentata rapina. E’ il 2 dicembre scorso. Guido si introdusse in casa di un 84enne del posto. Spinse l’anziano costringendolo a farsi consegnare il denaro. Rovistò nei mobili di tutte le stanze e arrivò persino a picchiare il proprietario con calci, pugni e schiaffi procurandogli escoriazioni alla mano giudicate guaribili in tre giorni. Sulla scorta del materiale probatorio raccolto il gip ha licenziato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Guido anche “per un concreto e attuale pericolo di inquinamento probatorio tramite pressioni sulle persone offese per “ammorbidire” la versione e la ricerca di testimoni di comodo per una ricostruzione alternativa”. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia Davis confessò tre dei quattro episodi giustificando le proprie malefatte per contingenti problemi economici.