TREPUZZI (Lecce) – Si presenta come un avvocato compaesano e grazie alla complicità di un collaboratore, truffa diversi avvocati rifilando plichi a quattro euro scaricabili gratuitamente su Internet. Nei giorni scorsi il pubblico ministero Stefania Mininni ha emesso un decreto di citazione a giudizio nei confronti del presunto regista di questo maneggio tanto sofisticato quanto complicato: Angelo Pellegrino, 39enne, di Trepuzzi. Un arresto ed una condanna a due anni e mezzo per essersi spacciato sedicente avvocato non hanno intimorito l’uomo. “L’evidenza dei fatti”, annotavano gli agenti nell’informativa conclusiva, “denota una notevole propensione a delinquere del Pellegrino Angelo, il quale, oltre ad una vera passione forense, ha dimostrato di possedere “astuzia e competenza tecnica” tali da rendere plausibili sia il ruolo professionale impersonato interpretato sia gli atti prodotti”.
Pellegrino, infatti, è ritornato nuovamente ad insidiare la classe forense per la quale deve nutrire un’adulazione particolare da ingegnarsi in un nuovo escamotage. Tramite la complicità di un suo collaboratore (un 25enne di Lecce risultato estraneo a tutte le contestazioni) Pellegrino ha messo a segno diverse truffe ai danni di avvocati e collaboratori consegnando plichi con impressa la sigla dell’Ordine nazionale forense. Il 22 aprile di un anno fa, però, l’occhio lungo di un avvocato con studio in via Braccio Martello ha consentito di bloccare il collaboratore di Pellegrino. Il professionista si è insospettito non appena ha visto che dentro il plico c’era materiale che mai l’Ordine nazionale forense farebbe pagare visto che è scaricabile gratuitamente dal web. Per la precisione copie fac-simile di documenti per la negoziazione per la separazione.
Il corriere abusivo è stato così fermato dagli agenti di polizia. Ha raccontato di non conoscere il contenuto dei plichi ed ha fornito il numero del suo “datore di lavoro”. Sono scattate le indagini. Il professionista, vittima del raggiro, ha contattato Pellegrino che si è qualificato con il nome di un avvocato compaesano ovviamente all’oscuro di tutto. Gli agenti di polizia hanno informato i colleghi della postale facendo avviare accertamenti ancora più approfonditi. Dall’analisi dei tabulati telefonici gli investigatori sono risaliti all’utenza di Pellegrino. Sono state raccolte denunce e querele di altri avvocati e acquisite le dichiarazioni come persone informate sui fatti di un Consigliere dell’Ordine (anch’egli vittima della stessa truffa) e dell’allora Presidente degli Avvocati. Il lavoro degli investigatori, poi, è stato irrobustito dalle querele depositate da un altro conosciuto penalista e dai suoi collaboratori. L’imputato è assistito dall’avvocato Christian Quarta.
Francesco Oliva