PUGLIA – “Il rischio più che fondato è che il nuovo piano degli interventi per combattere il disseccamento degli ulivi rimanga solo uno sterile tentativo di contenimento incapace di produrre gli effetti sperati”. Lo dichiara il consigliere regionale M5S Cristian Casili che prosegue: “il motivo è da ricercarsi nella sua precoce pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia, in data 26 aprile, solo pochi giorni dopo la sua approvazione dell’8 aprile: troppo poco tempo per ottemperare a sterili misure di contenimento imposte dalla normativa europea e dagli osservatori fitosanitari che rimarranno solo su carta”.
Le arature, trinciature, erpicature da effettuarsi su tutte le superfici entro il 30 aprile, ricorda il consigliere pentastellato “sono già state disattese e non per colpa dei produttori. Vessarli oggi con salatissime multe è l’ulteriore dimostrazione che questo piano, così concepito, non andrà da nessuna parte.”
Il consigliere salentino ribadisce quanto detto in passato: ad oggi pochissimi sono gli olivicoltori e i proprietari di ulivi ad aver effettuato queste lavorazioni sui terreni; e comunque, le condizioni socio economiche, la forte polverizzazione aziendale, la mancanza di politiche commerciali a livello regionale e nazionale, non permetteranno mai di strappare all’incuria tanti ulivi abbandonati.
“Occorre un piano strategico regionale – prosegue – che metta insieme queste micro realtà aziendali salvaguardandone storia, cultura ed identità. Sarebbe, invece, opportuno monitorare chi non ha ottemperato, e ancora non ottempera, alle norme di condizionalità disperdendo utili risorse per l’applicazione delle tanto decantate buone pratiche agricole. Non solo, ma come ho detto in sede di task force, sarà pericolosissimo finanziare le potature estreme nelle fasce di contenimento al nord del Leccese, potature che molto spesso si sono rivelate dannose e inutili in quanto dove effettuate hanno accelerato i disseccamenti e indebolito ulteriormente le piante. Se deve avere un qualche effetto – conclude il consigliere pentastellato – questo piano deve avere alla base un disegno anzitutto culturale, che metta nelle condizioni tutti di poter intervenire nella cura dell’olivo. Ancora oggi l’informazione data ai produttori è confusa, e spesso gli allarmismi hanno sortito effetti opposti: così a perderci è l’immagine di un intero territorio.”