ERCHIE – «Non possiamo permetterci di avere fertilizzanti chimici, rendendo sempre più fragile il sistema agricolo. La xylella è stata causata da un indebolimento del sistema dovuto a un utilizzo innaturale dei campi: il vecchio sistema agricolo ha portato a suoli sterili, abbiamo accumulato carbonio fuori dal terreno. Dobbiamo tornare al concime naturale, che è una risorsa, al compost naturale di qualità». Il professor Cristos Xyloiannis, dell’Università della Basilicata, con parole semplici e incisive, ha spiegato che bisogna invertire la tendenza per convertirsi a un’agricoltura veramente sostenibile, dove venga rispettato anche il ciclo naturale dell’acqua e si eviti l’erosione del terreno. È quello che deve avvenire anche con i rifiuti e gli scarti: bisogna trasformare la nostra economia insostenibile in un’economia circolare, in cui il rifiuto è una risorsa. C’è una nuova fase in cui lentamente anche il Salento sta entrando: quella dell’agricoltura sostenibile, in cui sorgono impianti non di smaltimento, ma di recupero, come sta avvenendo a Erchie.
La società Heracle, che si occupa di energia e ambiente, per fare chiarezza e fugare ogni dubbio tra i cittadini, ieri ha organizzato un incontro: un dibattito aperto al pubblico, trasparente e democratico, in cui nella prima parte, il presidente della società, Diego Tecce, il progettista Daniele Ceccotto e il responsabile della Fondazione E. Mach, Gianni Zorzi, hanno spiegato nel dettaglio come funziona l’impianto che sorgerà ad Erchie. Si tratta di una struttura che produrrà l’energia necessaria per autoalimentarsi e che trasformerà cibo e scarti da cucina raccolti sul territorio (65% di FORSU), uniti a sfalci, potature e ramaglie (30% di verde) ed eventuali fanghi alimentari (5% di residui di lavorazioni conserviere e alimentari: questi ultimi, però, potrebbero non essere utilizzati per volontà dell’azienda, come puntualizzato ieri): tutto questo, con un impianto di compostaggio all’avanguardia, sarà trasformato in un concime organico di altissima qualità per l’agricoltura locale. Si tratta di un impianto sinergico alla raccolta dei rifiuti differenziata e per questo apprezzato anche da molti ambientalisti.
In altre parole, si realizza il concetto di economia circolare: non si bruciano gli scarti in campagna, non si butta il cibo, ma lo si trasforma in nutrimento per il terreno. Da questo procedimento non nasce un nutrimento pericoloso, bensì in un compost di qualità, «strumento pulito per mantenere i nostri terreni fertili e i nostri alberi più forti contro batteri come la xylella» – ha spiegato Zorzi. La società che ha realizzato l’impianto ha dovuto attendere due anni di trafile burocratiche per ottenere tutte le autorizzazioni e completare l’iter amministrativo: sono state fatte due volte le pubblicazioni nel giro di quattro mesi, sui quotidiani più importanti ed è stata fatta anche l’AIA (Autorizzazione Integrale Ambientale).
Nonostante tutto l’iter amministrativo sia stato fatto in grande trasparenza e con l’unanimità del Consiglio comunale, si erano diffuse voci false circa l’apertura di una discarica in paese (si tratta solo di un impianto di compostaggio da 80 mila tonnellate, che da solo non riuscirebbe a smaltire l’umido della sola provincia di Brindisi, con processi e lavorazioni eseguiti al chiuso, sicuri e non inquinanti): l’azienda ha deciso, quindi, di realizzare un’ulteriore operazione di informazione e trasparenza invitando tutti i cittadini all’incontro di ieri e spingendosi anche a invitare gli scettici a visitare l’impianto gemello (tutto a spese dell’azienda!) che si trova in Provincia di Trento.
L’impianto non aumenterà il traffico all’interno della città, perché è situato fuori dal paese, nella zona industriale, ben collegata alla strada statale SS7ter Taranto-Lecce, fuori dal transito cittadino: in una giornata si prevede il transito di 9/10 camion. I materiali conferiti e lavorati sono normalmente sulle tavole e nei nostri giardini quotidianamente, quindi, come ha spiegato l’esperto, Gianni Zorzi, non esiste alcun pericolo infettivo e sanitario (per via anche di una lavorazione sicura). Il dibattito si è svolto serenamente: c’erano anche gli scettici a rivolgere domande ai relatori. L’azienda si è presentata solo per scopi informativi, rifiutando qualsiasi coinvolgimento in diatribe politiche del paese: nonostante questo, alla fine, il sindaco Giuseppe Margheriti, ha voluto polemizzare sulla “disinformazione che fanno alcuni suoi avversari politici”, facendo ascoltare una chiamata in cui un cittadino ammetteva di aver firmato una petizione contro l’impianto pensando che si trattasse di una discarica. L’incontro di ieri avrà chiarito le idee a molti: se vorremo evitare di lasciare solo rovine ai nostri figli, bisognerà puntare sull’economia circolare e l’agricoltura sostenibile.
Gaetano Gorgoni