CASALABATE (Lecce) – Investì volontariamente un ciclista al termine di un litigio ammazzando un anziano e stimato pasticciere e ferendo gravemente un secondo sportivo. La Procura ha chiuso le indagini sulla morte di Franco Amati, conosciuto come “Mesciu Francu” e sul ferimento di Ugo Romano, rispettivamente di 67 e 64 anni, di Lecce. Nel registro degli indagati compare il nome dell’investitore killer: Andrea Taurino, 34enne di Casalabate, con un passato turbolento per via della propria dipendenza dalla droga.
Nell’avviso, che arreca in calce la firma del pubblico ministero Giovanni Gagliotta, vengono mosse le accuse: omicidio volontario aggravato dall’uso di sostanze stupefacenti, tentato omicidio aggravato e lesioni personali aggravate. Il pubblico ministero non ha potuto applicare la richiesta di giudizio immediato perché sono decorsi i tre mesi (considerati i tempi tecnici per depositare richiesta di un giudizio sprint) notificando all’indagato (sempre detenuto nel carcere di Lecce) l’avviso di chiusa inchiesta. Il quadro accusatorio, però, è rimasto granitico. Le consulenza, ultima in ordine di tempo affidata all’ingegnere Lelly Napoli sulla dinamica dell’incidente, ha corroborato l’ipotesi iniziale. Taurino avrebbe deliberatamente puntato contro quei due ciclisti travolti come due birilli.
Ricordate la tragedia? L’incidente risale al 22 gennaio scorso in via Monticelli nei pressi di Casalabate. Amati e il suo amico sportivo stavano transitando su un’arteria scarsamente trafficata e solitamente affollata da ciclisti. Proprio come quel giorno. La vittima si trovava in compagnia di un amico. Avevano raggiunto la zona per la consueta sgambata in bicicletta tra distese di alberi d’ulivo, trascinati da un gelido vento di tramontana temperato da un pallido sole. Improvvisamente i due ciclisti sarebbero stati sorpassati a forte velocità da un’utilitaria di colore blu petrolio, una Fiat 500. Evitato il contatto con l’imprudente automobilista, i due ciclisti avrebbero rivolto alcune offese nei suoi confronti. Parole che hanno presto trasformato l’automobilista in un assassino. Spietato, freddo, cinico. Dopo avere eseguito un’inversione di marcia, infatti, l’uomo alla guida avrebbe mirato verso la coppia di amici, investendoli a forte velocità per poi dileguarsi e far perdere le proprie tracce. Amati perse la vita sul colpo mentre l’amico rimase gravemente ferito.
Il giovane, dal passato turbolento, confessò nel corso dell’udienza di convalida di aver fumato oltre un grammo di eroina quella mattina stessa e di combattere con i demoni della droga da anni. Tracce di stupefacente furono poi trovate con i primi esami sui campioni di sangue che rilevarono la presenza di oppiacei ma anche di cannabinoidi. E in tutti questi mesi l’accusa di omicidio volontario è stata confermata dal Tribunale del Riesame. La difesa, rappresentata dall’avvocato Antonio Savoia, ha puntato il proprio ricorso sulla riqualificazione giuridica dell’incriminazione. Un braccio di ferro che si riproporrà nuovamente il 15 luglio in Cassazione. I familiari della vittima, invece, sono assistiti dall’avvocato Diego De Cillis.
F.Oli.