SURBO (Lecce) – Un tumore al cervello diagnosticato a distanza di cinque mesi su una ragazza residente in un comune del nord Salento costretta ad una serie di tribolazioni da quel giorno. Tre interventi chirurgici e la perdita della vista da un occhio. Un’odissea che, ora, rischia di finire in Procura. Non è stata formalizzata alcuna denuncia. Si attende, infatti, l’esito di una perizia di scienza affidata al medico legale Roberto Vaglio prima di investire l’Autorità Giudiziaria su questo presunto ennesimo caso di malasanità.
Le tribolazioni per la giovane iniziano nel giugno di un anno fa. La ragazza lamenta cefalee e disturbi alla vista. Su consiglio del medico curante, si reca da un otorino che le accerta una fastidiosa cervicale da curare con una terapia di antinfiammatori. Nei mesi successivi, però, la situazione non migliora. La giovane continua ad accusare un forte malessere e, sempre seguendo il racconto della persona offesa – ad ottobre scorso decide così di ricoverarsi al “Vito Fazzi”. In ospedale, però, non sarebbe sottoposta ad alcun accertamento diagnostico e dimessa dopo pochi giorni. La giovane agisca spontaneamente e si sottopone ad una Tac sempre a Lecce.
Il responso è raggelante: una massa tumorale estesa cinque centimetri nel cervello. E’ un incubo senza fine. La giovane si presenta nuovamente in ospedale alla fine di novembre per rimuovere la massa e nel frattempo interpella anche un centro specializzato nel nord Italia. La valutazione sull’opportunità dell’intervento è diametralmente opposta. Per i medici del Nord bisogna prima drenare il cervello e poi intervenire chirurgicamente. La giovane così si arma di coraggio. Fa i bagagli e compie il viaggio della speranza.
Nel capoluogo emiliano viene sottoposta a tre interventi chirurgici e, per la tardività delle operazioni, perde anche la corretta funzionalità da un occhio. Ora, però, i suoi familiari vogliono vederci chiaro. Tramite un proprio legale di fiducia, le cartelle cliniche della ragazza sono state sequestrate. L’intero carteggio è stato sottoposto al vaglio di un medico legale per comprendere se si possano ravvisare eventuali profili di responsabilità a carico dei medici che hanno tenuto in cura la giovane di Surbo sottoposta a tre interventi per un tumore scambiano per una banale cefalea.
Francesco Oliva