TAURISANO (Lecce) – C’è la richiesta di rinvio a giudizio per gli otto imputati accusati della morte dell’operaio Mario Orlando schiacciato nell’impastatrice del salumificio “Scarlino” il 30 agosto del 2013. Rischiano il processo Attilio Scarlino, 53 anni, di Taurisano, amministratore unico; Antonio Scarlino, 44 anni, di Taurisano, responsabile della sicurezza; Luigi De Paola, 45 anni, di Ruffano, capo del reparto di produzione; Daniele Carangelo, 37 anni, di Taurisano; Antonio Scarlino, 62 anni, di Taurisano, operaio manutentore e Massimo Rizzello, 33 anni, di Taurisano, operaio manutentore; Roberto Vocino, 46 anni, originario di Apricena (in provincia di Foggia), tecnico della Inotech, l’azienda tedesca produttrice dell’impastatrice; Fred Sprenger, 52 anni, di Reutlingen (Germania), tecnico sempre della stessa azienda. Le accuse, a vario titolo, sono quelle di morte come conseguenza di altro delitto, rimozione di cautele contro gli infortuni del lavoro, favoreggiamento e false dichiarazioni fornite al pm. L’indagine è stata lunga e complessa. Attilio Scarlino, il “re dei wurstel”, venne anche arrestato. Tornò in libertà solo alcuni giorni dopo. Nel corso delle indagini sono state eseguite diverse consulenze per accertare l’esatta dinamica dell’incidente.
Gli agenti del Commissariato di Taurisano, diretti dal vice questore Salvatore Federico e dal sostituto commissaria Rosanna Buffo, hanno svelato presunti insabbiamenti, silenzi e complicità che hanno ostacolato il regolare iter dell’indagine. L’operaio era impegnato nelle operazioni di lavaggio dell’impastratrice. Improvvisamente, le pale si azionarono nonostante la mancata chiusura del coperchio a causa dell’assenza degli interruttori di blocco delle pale e “della manomissione del sistema di arresto di emergenza” così come contenuto nel capo d’imputazione. Una macchina secondo gli inquirenti, “su cui mancavano i dispositivi di sicurezza necessari per prevenire eventuali infortuni”. Non è tutto.
Gli imprenditori Scarlino, nelle vesti di datore di lavoro e responsabile della sicurezza, non avrebbero ponderato i rischi per i lavoratori connessi con eventuali pale in movimento. Nell’avviso, inoltre, compare l’accusa di favoreggiamento contestata a due operai. Ascoltati dal magistrato inquirente sia Carangelo che Antonio Scarlino avrebbero fornito informazioni per allontanare i sospetti dai presunti responsabili di quell’incidente. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Vito Epifani, Andrea Sambati, Stefano Orlando, Donata Perrone e Alfredo Gaito. La famiglia di Mario Orlando è rappresentata dagli avvocati Vincenzo Venneri e Laura Parrotta.
F.Oli.