SALENTO – La sanità salentina si prepara a un grande cambiamento: la rete ospedaliera sarà reimpostata. Si partirà dal primo step della riorganizzazione degli ospedali, senza chiuderne nessuno, per poi arrivare ai tre grandi poli, quando sarà edificato il nosocomio in una zona tra Maglie e Melpignano. Gli ospedali attuali sono obsoleti e lontani dalle norme di sicurezza: costa di meno costruirne uno nuovo. Tricase, Lecce e quello tra Maglie e Melpignano saranno i tre grandi poli del futuro. Quando si completerà questo progetto, però, non è possibile saperlo. C’è uno step intermedio: prima della realizzazione di un nuovo ospedale, il piano è quello di affiancare a Lecce, che è un ospedale di secondo livello, Gallipoli e Scorrano, che resteranno di primo livello insieme all’ospedale privato di Tricase. Per tutti gli altri ospedali sarà mantenuta la qualifica di nosocomi di base, che significa strutture a prestazioni limitate. Ora, anche perché siamo ad agosto, continua l’attesa: il Ministero non è convinto, il piano della Regione è deficitario dal punto di vista delle emergenze/urgenze. In altre parole, sarebbe stato meglio strutturare una rete delle emergenze prima di ragionare su altro. Non ci sono dati ufficiali nemmeno sui punti nascita: si attende l’ok dal governo centrale su tutto. La Regione Puglia attende, i sindaci aspettano col fiato sospeso e anche l’Asl leccese attende le linee guida regionali. Il governo vuole dei correttivi: la rete dell’emergenza urgenza non è ancora definita. Se entro settembre la Regione non darà risposte convincenti, rischierà il commissariamento. Alcune indiscrezioni parlano proprio di questa possibilità, anche sulla base dei pessimi rapporti esistenti tra Renzi ed Emiliano.
Al termine del periodo feriale, in Regione sanno che bisognerà affrontare l’ennesima battaglia dei punti nascita: a Copertino e Casarano sono pronti a fare le barricate. La legge prevede che restino in piedi i punti nascita con almeno mille parti l’anno. Sono numeri difficili per qualsiasi ospedale leccese (resterebbe in piedi solo il Fazzi), ma una cosa è chiara: Gallipoli e Scorrano, che dovrebbero restare in piedi insieme a Lecce, non raggiungono quei numeri. Copertino, invece, si avvicina, perché totalizza 800 parti l’anno: il guaio è che non ha terapia intensiva. Un ospedale in cui far nascere un bambino deve avere tutti i reparti necessari a intervenire in caso di emergenza. Copertino, Casarano, Galatina diventerebbero ospedali di base, senza i punti nascita, tranne nel primo caso, che manterrebbe il punto nascita nelle more del Fazzi. “A Copertino serve solo la terapia intensiva – spiega Sandrina Schito – Avendo diversi accessi dalle marine, potrebbe anche rientrare nella rete delle emergenze: abbiamo un pronto soccorso è una chirurgia che funziona benissimo e delle grandi professionalità. Non è una battaglia di campanile, ma la difesa di grandi professionalità e di una grande capacità”. Intanto, la dirigente Asl Silvana Melli non si sbilancia: “Non chiuderemo nulla e decideremo con medici e addetti ai lavori i reparti su cui puntare negli ospedali di base”. L’attesa continua e non sono esclusi colpi di scena.
Garcin