TAURISANO (Lecce) – In otto rischiano il processo per la morte dell’operaio Mario Orlando schiacciato nell’impastatrice del salumificio “Scarlino” il 30 agosto del 2013. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio arriva la fissazione dell’udienza preliminari. I presunti responsabili dovranno comparire il prossimo 31 ottobre dinanzi al gup Simona Panzera. Sul banco degli imputati rischiano di finire: Attilio Scarlino, 53 anni, di Taurisano, amministratore unico; Antonio Scarlino, 44 anni, di Taurisano, responsabile della sicurezza; Luigi De Paola, 45 anni, di Ruffano, capo del reparto di produzione; Daniele Carangelo, 37 anni, di Taurisano; Antonio Scarlino, 62 anni, di Taurisano, operaio manutentore e Massimo Rizzello, 33 anni, di Taurisano, operaio manutentore; Roberto Vocino, 46 anni, originario di Apricena (in provincia di Foggia), tecnico della Inotech, l’azienda tedesca produttrice dell’impastatrice; Fred Sprenger, 52 anni, di Reutlingen (Germania), tecnico sempre della stessa azienda. Le accuse, a vario titolo, sono quelle di morte come conseguenza di altro delitto, rimozione di cautele contro gli infortuni del lavoro, favoreggiamento e false dichiarazioni fornite al pm.
L’indagine è stata lunga e complessa. Attilio Scarlino, il “re dei wurstel”, finì anche ai domiciliari per poi tornare in libertà solo alcuni giorni dopo. Nel corso delle indagini sono state eseguite diverse consulenze per accertare l’esatta dinamica dell’incidente. L’operaio era impegnato nelle operazioni di lavaggio dell’impastratrice. Improvvisamente, le pale si azionarono nonostante la mancata chiusura del coperchio a causa dell’assenza degli interruttori di blocco delle pale e “della manomissione del sistema di arresto di emergenza” così come contenuto nel capo d’imputazione. Gli imprenditori Scarlino, nelle vesti di datore di lavoro e responsabile della sicurezza, non avrebbero valutato i rischi per i lavoratori legati all’eventuale azionamento delle pale. De Paola, Antonio Scarlino, Roberto Vocino e Fred Sprenger, è attribuito di aver manomesso il macchinario per far sì che non vi fossero interruzioni nella produzione. Carangelo e Antonio Scarlino avrebbero fornito informazioni per allontanare i sospetti dai presunti responsabili di quell’incidente. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Vito Epifani, Andrea Sambati, Stefano Orlando, Donata Perrone e Alfredo Gaito. La famiglia di Mario Orlando è rappresentata dagli avvocati Vincenzo Venneri e Laura Parrotta.
F.Oli.