PRESICCE (Lecce) – Il pubblico ministero non ha svolto le dovute indagini. E’ tutto da scrivere il finale dell’inchiesta sul suicidio di Silvano Paiano, il 28enne di Presicce trovato cadavere il 24 marzo del 2012 in contrada “Grotte”. Il gip Stefano Sernia ha infatti fissato una terza udienza camerale per il 30 settembre contro la richiesta di archiviazione avanzata dal pm Giovanni Gagliotta. L’avvocato della famiglia del giovane, il legale Francesco Nutricati, ha sempre sostenuto come la morte di Silvano sia ancora ammantata da troppi misteri. In particolare le ultime ore di vita di Paiano.
In tutti questi mesi è stato sollecitato di collocare con precisione l’orario del decesso e l’eventuale presenza di eventuali sostanze tossiche o nocive nell’organismo del 28enne; accertamenti sulle telefonate in entrata ed in uscita dalle due utenze di Paiano e sulle relative celle agganciate tra il 23 e il 24 marzo. Inoltre Paiano avrebbe inviato un messaggio impiegando la cella di Ugento e non di Acquarica che serviva la zona in cui è stata ritrovata la salma. E’quindi possibile che il telefonino del giovane sia stato utilizzato da qualche altra persona dopo la sua morte? Inoltre l’ipotesi del suicidio sarebbe confutata da altri elementi acquisiti dalla difesa.
Il corpo del giovane rappresentante venne ritrovato penzolante ad un ramo di un albero di ulivo alla periferia di Presicce con i vestiti intonsi, ordinati e, addirittura, ben indossati. Una circostanza del tutto incompatibile con un individuo salito su un muretto a secco nelle immediate vicinanze dell’albero d’ulivo per poi legare la corda ad un ramo. L’attività d’indagine ha poi consentito di appurare che Paiano era senza dubbio incapace di fare un nodo anche fra i più semplici. Tutti questi dubbi non sarebbero stati approfonditi dal pm e il gip ha così fissato una terza camera di consiglio.
F.Oli.