TRICASE (Lecce) – Si chiude in una bolla di sapone il processo sui presunti maltrattamenti ai cani ospitati nel canile “Erran” di Tricase denunciati nel corso di un servizio del programma satirico “Striscia la Notizia” il 25 gennaio del 2010. Il giudice monocratico Silvia Saracino ha assolto l’allora gestore Paolo Sparascio dall’accusa di abbandono di animali a fronte di una richiesta di otto mesi invocata dal sostituto procuratore generale Ennio Cillo. In un procedimento distinto poi confluito in un unico fascicolo processuale, lo stesso giudice ha esteso il verdetto di assoluzione per reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa anche per altri dodici imputati, tra attivisti, giornalisti e direttori di testate giornalistiche, che avevano ripreso il servizio di Striscia la Notizia commentando lo stato in cui riversava il canile. Per tutti il sostituto procuratore generale aveva chiesto una pena tra i 6 (per un’ambientalista) e i 4 mesi per tutti gli altri imputati.
Il giudice ha accolto le argomentazioni difensive degli avvocati Riccardo Giannuzzi, Tony Indino e Paolo De Giorgi. Il collegio aveva insistito sul principio del diritto di cronaca nel riportare la notizia con articoli ben corredati con cui veniva denunciato uno stato di malessere nel canile. Come detto, è stato assolto anche il principale imputato finito sotto inchiesta per i presunti maltrattamenti riservati ai cani ospitati.
Secondo le indagini, scattate a seguito di un “blitz” dell’inviato di Striscia La Notizia Edoardo Stoppa (sentito in aula come teste nel corso dell’istruttoria), Sparascio avrebbe detenuto gli animali in condizioni incompatibili sotto il profilo igienico e sanitario e fornendo un’alimentazione non sempre adeguata con rifiuti di macellazione ai cani con evidenti patologie. Inoltre la Procura aveva accertato negli animali atteggiamenti fobici ed estremamente aggressivi casati dalla detenzione continua nei box e senza poter mai rimanere all’aperto così come previsto dalla Convenzione per la Protezione degli Animali ratificata a Strasburgo il 13 novembre del 1987. L’imputato era assistito dall’avvocato Mario Ciardo e compariva anche nelle vesti di parte civile nel procedimento a carico di giornalisti e attivisti accusati e assolti dall’accusa di diffamazione.
F.Oli.