LECCE – Le famiglie senza casa aumentano, l’abusivismo negli alloggi popolari dilaga e la magistratura sta verificando un presunto scambio di favori: è l’amaro risveglio di una città dove le passate politiche di edilizia popolare non sono riuscite a dare una risposta a circa 1100 persone in attesa. Anche il Comune di Lecce possiede un cospicuo numero di case popolari: circa 600 (circa 2500 quelle appartenenti ad Arca Sud). Sta per partire un nuovo bando da aggiornare entro ottobre: il vecchio è scaduto e bisogna rifare la graduatoria. Eppure la vecchia graduatoria è valida fino a dicembre 2017 e ci sono 1100 famiglie in attesa (a fare domanda erano stati circa 1300 nuclei familiari). Ma perché fare un nuovo bando, se mancano le case e la graduatoria è bloccata? Sembra che nell’incontro in procura del Pd, secondo le indiscrezioni trapelate, Loredana Capone abbia spiegato di essere vittima di queste decisioni politiche: la candidata sindaca delle scorse elezioni ha spiegato ai magistrati che, in clima elettorale, si butta il fumo negli occhi con un nuovo bando per la casa, e ci si mette in buona luce per prendere voti. A distanza di cinque anni si ripete quest’azione: gli ingenui in cerca di casa potrebbero cascarci. Insomma, l’opposizione sente puzza di bruciato.
“Non sarebbe stato meglio un bando integrativo?” – si chiedono dai banchi dell’opposizione. Riassumendo: la graduatoria non scorre, le case non ci sono e in pieno clima elettorale si annuncia un nuovo bando. Si stima che potrebbero essere consegnate circa 1500 domande, sapendo che in graduatoria entrerà solo una parte, mentre un alloggio comunale potranno averlo solo pochi fortunati. Ora sono circa 500 in graduatoria, ma solo 80 hanno avuto una casa. Mentre i 600 alloggi di proprietà comunale, di cui una buona parte occupati abusivamente, non sono in grado di coprire tutto il fabbisogno. In 5 anni solo 75 consegne: questo accade anche a causa degli abusivi e di molti che pur non avendo i requisiti restano negli alloggi popolari. In Emilia-Romagna, tanti comuni hanno deciso di intervenire con leggi che attivano controlli in grado di mettere fuori velocemente tutti gli inquilini di case popolari che abbiano raggiunto successivamente un reddito effettivo non compatibile con l’alloggio che occupano. Il dramma è che non si liberano case, perché senza attendere l’assegnazione qualcuno si prende l’alloggio: il Comune, secondo l’opposizione, sarebbe andato troppo morbido sulle decadenze (poche verifiche e lassismo).
“Spero che la Giunta Perrone non pubblichi il bando erp. Perrone, lo farà? Bene, si assumerà una grande responsabilità. In primo luogo, infatti, il nuovo bando deve essere emanato a novembre 2017 e non ora – spiega il capogruppo Udc, Luigi Melica – Affermare, quindi, che ci si muove per tempo per andare incontro alle esigenze dei cittadini dopo che in questi anni non si è fatto nulla per far decadere chi non aveva più diritto vuol dire solo una cosa: avere una bella faccia tosta. Perché farlo ora? Perché azzerare tutto prima delle elezioni, vuol dire dare inutili speranze a chi ha bisogno, anche perché di case non ce ne sono. La ragione di questo annuncio roboante è solo una: rimettere in pista la macchina del consenso con il miraggio della casa che gli elettori non avranno mai. Spero che non pubblichino il bando, ma se lo faranno, questa volta, ho l’impressione che se ne pentiranno”. Nelle prossime ore sapremo se gli amministratori in carica ci ripenseranno o meno.
Garcin