ACQUARICA DEL CAPO (Lecce) – Sentenza riformata in Appello e immediata scarcerazione. I giudici di secondo grado riducono da 11 a 4 anni la condanna a carico di Cengs De Paola, 39enne di Acquarica del Capo, coinvolto nell’inchiesta “Tam Tam”. La Corte (Presidente Vincenzo Scardia, a latere Antonio Del Coco, Nicola Lariccia) ha assolto il pastore dall’accusa di associazione mafiosa perché il fatto non sussiste (stesso verdetto per gli imputati giudicati in abbreviato) così come dalle estorsioni ai gestori dei lidi. Per le presunte pressioni spregiudicate all’amministrazione comunale il reato di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose è stato riqualificato in minaccia finalizzata un altro a commettere un reato (articolo 611 del codice penale). Da qui un cospicuo sconto di pena.
In attesa del deposito delle motivazioni, si può ritenere che i giudici abbiano accolto la tesi degli avvocati Luigi Corvaglia e Paolo Rizzo. La difesa ha evidenziato come dall’istruttoria di primo grado (De Paola ha infatti optato per il rito ordinario) non sarebbe risultata la prova del reato né della sua partecipazione ad un’associazione mafiosa. Inoltre, relativamente ai presunti episodi di estorsione ai gestori degli stabilimenti balneari, le dichiarazioni dei testimoni sentiti in aula avrebbero escluso richieste di denaro o qualsiasi forma di minaccia o di violenza nei loro confronti da parte di De Paola.
Il nome di Cengs De Paola si incrocia con le realtà del passato della criminalità locale. Il 39enne è ritenuto dagli inquirenti un affiliato del vecchio clan Giannelli-Scarlino e ora potrà potrà tornare in libertà. Sempre i giudici di secondo grado hanno, invece, confermato la condanna per Martinantonio Manco, a 4 anni e 6 mesi. Era difeso dall’avvocato Americo Barba.
F.Oli.