LECCE – Non si celebrerà alcun processo a carico dei cinque giovani – tutti minorenni – finiti sotto inchiesta per i palpeggiamenti riservati ad una compagna di classe. Nelle scorse ore il gup Aristodemo Ingusci ha disposto l’applicazione della messa alla prova (un istituto disposto dal giudice minorile per consentire la riabilitazione dei più giovani) della durata di nove mesi per i cinque minorenni così come richiesto dal pubblico ministero di udienza Imerio Tramis. Le varie posizioni sono state tutte unificate (nonostante i reati non fossero gli stessi per gli imputati) e ora i cinque under 18 dovranno seguire un unico percorso riabilitativo stilato dai servizi sociali dei rispettivi comuni di residenza. Il giudice ha rinviato la verifica al 20 luglio per accertare l’esito del percorso riabilitativo e valutare se i cinque minorenni abbiano effettivamente “rigato dritto” in questi mesi.
I baby imputati rispondono, vario titolo, di violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo aggravata. Le accuse sono contestate a quattro diciassettenni residenti tra Lecce, Copertino e San Pietro Vernotico (sono due e hanno già iniziato la messa alla prova) e ad un sedicenne residente a Lecce, tutti studenti di un Istituto Tecnico del capoluogo. L’indagine è stata avviata con una relazione della dirigente scolastica inviata ai carabinieri della Compagnia di Lecce. I due episodi finiti all’attenzione della procura dei Minori risalgono all’11 maggio di un anno fa durante il cambio d’ora. In aula non c’erano insegnanti e i compagni avrebbero approfittato di quel vuoto per soddisfare i propri appetiti sessuali. Due studenti avrebbero inizialmente avvicinato la compagna di classe (di 16 anni e residente a Lecce) palpeggiandole il seno e schiaffeggiandola sul sedere. La studentessa si sarebbe rifugiata in fondo all’aula per sfuggire ad ulteriori molestie. Tutto inutile.
Secondo la ricostruzione, infatti, Stefania (nome di fantasia) sarebbe stata accerchiata dai cinque compagni e costretta a subire ripetuti atti sessuali: palpeggiamenti al seno e sul sedere per alcuni lunghi e interminabili secondi. Una sequela di abusi tra l’indifferenza generale. La minore sarebbe anche riuscita a sfuggire all’accerchiamento tornando a sedersi al proprio banco. Tutto finito? Per nulla. Uno dei ragazzi indagati avrebbe nuovamente raggiunto la compagna per tirarle uno schiaffo al sedere. Stefania avrebbe trovato riparo solo rifugiandosi nel bagno della scuola sfuggendo definitivamente ai suoi molestatori.
I presunti palpeggiamenti sono emersi subito dopo. La studentessa, in lacrime, ha raccontato alla professoressa gli abusi subiti alcuni minuti prima. E’ stata così informata la dirigente scolastica che non ha perso tempo inoltrando una segnalazione sull’accaduto ai carabinieri della Compagnia di Lecce. Una denuncia della studentessa, assistita dall’avvocato Francesca Erroi, ha dato vigore agli accertamenti. Nel corso delle indagini. i militari hanno acquisito le dichiarazioni di una compagna di classe di Stefania mentre la ragazzina è stata sentita a novembre con la forma protetta dell’incidente probatorio. La studentessa confermò in quella sede i palpeggiamenti. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Gabriella Mastrolia, Laura Pisanello, Christian Quarta, Samuela Foggetti, Vincenzo Perrone e Simona Attolini, quest’ultima del Foro di Brindisi.
F.Oli.