A breve si varcheranno gli ingressi della cara scuola salentina, dell’intera penisola italiana. C’è chi ha desiderio di rivedere i propri compagni, le maestre, i professori, chi non ne può più, chi è indifferente. E così, pare opportuno accingersi a delle riflessioni.
La scuola per molti sembra avere l’importanza di un parcheggio, sicuro che dura il tempo che deve e poi via. Bizzarra l’etimologia, “schola” che significa appunto riposo. Ma riposano davvero gli alunni? Per capire cosa sia oggi la scuola, bisognerebbe chiederlo ai ragazzi e ai professori, la maggior parte risponderebbe un disastro.
Il valore culturale, il punto nevralgico per la formazione di un adulto in potenza, si sono smarriti. Così come è scomparsa l’autorevolezza della figura del maestro e la relazione duale non sembra fondarsi su un dialogo. Il rapporto insegnante-studente dovrebbe essere una relazione d’amore. L’alunno, scrive Massimo Recalcati, non è un oggetto, uno sterile contenitore da riempire, e senza il desiderio di sapere non c’è possibilità di un sapere legato alla vita, capace di aprire porte, finestre, mondi. Ecco, appunto, desiderio. Alle volte, le espressioni del volto dei ragazzi non determinano desiderio di conoscenza, voglia di sapere, entusiasmo. È triste, è mortificante soprattutto per chi insegna avere a che fare ogni giorno con ragazzi “anemici”. Altrettanto, lo è quando un insegnante appare allo stesso modo privo di interesse e di entusiasmo e voglia di imparare, mettersi in discussione, sbagliare proprio come avviene nella vita di ogni giorno.
La meravigliosa scuola, tuttavia, è lontana. L’idillio della scuola come fucina di saperi, come luogo di educazione, di formazione, ma anche di sviluppo di capacità critica è distante, assai. Le responsabilità probabilmente sono di tutti. L’istituto scolastico è stato ridotto dalle istituzioni ad un’azienda, un luogo non di “riposo”, ma di necessità, non si può stare in altro ed è diventato anche questo, un sito, sul quale si controllano e tengono a bada i cervelli, e si tende a raggiungere il profitto. Bisogna imparare; l’insegnante deve finire i programmi nel giusto tempo o persino prima del tempo indicato, alle volte si rischia che le menti dei ragazzi diventino dei vuoti a perdere. I ruoli sono quasi inesistenti, ed è evidente, come nella società, siano scomparsi i ruoli definiti di padre, di madre, di maschio, o di femmina; il caos è sì creatività, è un momento necessario – sosteneva Einstein – per partorire genialità, ma se si permane nel deserto senza mai raggiungere un’oasi, l’essere umano è finito. D’altronde la capacità dell’uomo è quella di pensare, di usare il pensiero critico, e se non si è capaci la scuola deve insegnare a farlo.
Una scuola che dovrebbe, al contrario del suo status quo, fondarsi sull’umanesimo, sui valori umani, sulla competitività, sul rispetto delle regole e di sé. Dovrebbe insegnare ad avvalorare la cultura: “un potente antidoto per non smarrirsi nella vita” (Massimo Recalcati). Questa è infatti indispensabile per conoscere la propria identità, è un importante legame con il proprio territorio, ecco anche perché sono fondamentali il latino, il greco, l’italiano, il dialetto, la storia dell’arte, la storia, la geografia, l’educazione civica. Indispensabili strumenti per conoscersi, conoscere, saper comunicare e soprattutto riconoscersi individuo, senza sfociare nell’individualismo globale. Ecco, giustappunto, l’individualismo è l’herpes della società (Giacomo Rizzolati), è un virus da debellare attraverso un altro potente virus “il pensiero” (Lidia Sella). La capacità critica, l’identità, l’amore per la propria terra, il rispetto dei ruoli: insegnante e alunno, in tal caso, condurrebbero in una sana scuola, non incancrenita come lo è attualmente. E allora, non resta che iniziare l’anno scolastico con grinta, entusiasmo, con grande voglia di fare, di essere cambiamento. Le nuove generazioni creino dal nulla, la possibilità del tutto, dell’insieme. Si può. Si deve. In bocca al lupo a tutti i protagonisti della scuola salentina, italiana: alunni, insegnanti, presidi o dirigenti scolastici, segretari, collaboratori vari.
FELICE INIZIO D’ANNO SCOLASTICO!!!
di Alessandra Peluso