Un’interessante testimonianza sul ventennio fascista, sugli intrighi e sugli amori dell’epoca, riguarda una nostra salentina, Maddalena Santoro, scrittrice, intellettuale e Arnaldo Mussolini.
Di questo tratta il libro “Maddalena Santoro e Arnaldo Mussolini. La storia d’amore che il duce voleva cancellare”, di Nicola Fanizza, Edizioni dal Sud. E molto altro ancora; si può leggere infatti, come un romanzo o un saggio, un racconto, oppure una storia. Appassiona. È ricco di foto, documenti, curiosità, ma soprattutto emergono il dato storico e il dramma di un passato sul quale riflettere.
Nicola Fanizza tratteggia in modo dettagliato il carteggio tra le salentine Maddalena Santoro e Caterina Tanzarella, compagne di classe presso il collegio delle Marcelline di Lecce. Un’amicizia nata nei banchi di scuola, ma che durerà una vita.
Donne impegnate culturalmente, propositive, dotate di grande acume. Affascinante per il lettore addentrarsi in questa storia, di certo occorre discrezione, si fa ingresso per l’appunto – grazie al lavoro di Fanizza – nel privato di una donna. Si scoprirà questo amore profondo e tormentato di Maddalena e Arnaldo, fratello di Benito Mussolini. Si svela la personalità del giovane Arnaldo: «Non una figura banale, sicuramente interessante, meno limpida e scialba di come spesso è stata presentata, ed è comunque lontana dall’immagine integerrima di marito fedele che il fascismo ha volume accreditare» (p. 41).
Nicola Fanizza adotta uno stile chiaro, utilizzando una scrittura semplice, risulta incisivo e comunicativo il testo.
Si affrontano anche, oltre all’amore, al sentimento dell’amicizia, il delitto Matteotti, e si leggono le lettere tra Arnaldo e Benito, il controllo della stampa, le uccisioni di intellettuali che si opponevano al regime. Storia dunque, e vita di personaggi che hanno lasciato tracce indelebili, e per questo appare nobile ricordare come accade con l’opera di Nicola Fanizza e il libro “Maddalena Santoro e Arnaldo Mussolini”.
Un amore che doveva essere cancellato, e tuttavia, non lo è stato e ha vinto su tutto, proprio come accade nei film o nelle favole. La sincerità e la forza di un sentimento che sfida il tempo, la malvalgità, il pregiudizio. Una donna, Maddalena, simbolo di donne che affermano se stesse senza timore né remore: «Tu mi conosci, è vero? O mi hai dimenticata? Sono … quella di allora, quella che sono sempre. Il tempo mi ha mutata, è logico, nel fisico; ma l’anima che appartiene all’eternità, non ha tempo, ad esso ha saputo ribellarsi, con esso si è soltanto temprata, senza perdere la limpidezza della sua sincerità, né le sfumature del suo sentimento» (p. 106).
Alessandra Peluso