LECCE – Stefano Parisi fa sperare il popolo del centrodestra: vuole “riprogrammare” la sua parte politica, proporsi come il leader del nuovo corso post Berlusconi, ma il leader maximo è ancora operativo e Brunetta prova a mettere i bastoni tra le ruote. Anche il manager milanese è uno di quelli che parlano della necessità di restituire la parola ai cittadini: “Il centrodestra è in stallo da anni perché non ha ascoltato la base. Bisogna ripartire ascoltando impenditori e cittadini. Renzi è un presidente messo lì, voluto dai poteri forti senza fare gli interessi del popolo”. Anche la storia dei “poteri forti”, come quella dei “cittadini che devono essere ascoltati” è cosa di moda nella politica di questi anni. Lo dicono tutti, dal Pd al Movimento 5 Stelle. Stefano Parisi parla di poteri forti, eppure lui di potere se ne intende, da buon vecchio socialista: è stato capo della segreteria tecnica di De Michelis, ma anche consigliere economico di Amato e Ciampi. È stato un importante manager italiano: amministratore delegato di Fastweb. In mattinata, si è svolto un incontro riservato, con vecchi amici socialisti, a Campi Salentina, ma anche nuovi volti della politica: il nuovo messia del centrodestra milanese vuole crearsi una rete qui, nel Salento, e incontra pure il sindaco Perrone e la giovane forzista Federica De Benedetto.
L’idea è quella di “depurare il centrodestra” senza strappi violenti: vuole puntare sui nuovi volti in Forza Italia e riaggregare il popolo dei moderati, che non si sente sicuro con Salvini. Parisi a Milano ha perso per poco, ma anche Renzi ha cominciato perdendo, inoltre l’ex dirigente di Confindustria in Lombardia sembra avere i numeri per mettere in piedi una specie di Leopolda del centrodestra. Resta il problema della legittimazione: visti gli attacchi di Brunetta e Fitto nei confronti di Parisi, la strada sembra in salita. Berlusconi è l’unico in grado di legittimarlo. Cosa farà il leader fondatore e padre di Forza Italia? L’ex Cavaliere, in realtà, sottobanco, “è innamorato di Renzi”, come ironizza qualcuno, poi un giorno flirta con Salvini e Meloni e il giorno dopo appoggia la “linea Mediaset” (molto accondiscendente nei confronti del governo).
Non è facile la strada di Stefano Parisi, visto che Matteo Renzi si è impossessato delle grandi battaglie del centrodestra, scippando i temi liberali, spostando il Pd al centro e flirtando con Confindustria. L’ex manager, invece, spiega che il premier ha fatto leggi stataliste e poco efficaci: sarebbe un finto riformista. Parisi vuole puntare su nuove energie: il Megawatt Tour ha fatto tappa a Lecce per l’unica data in Puglia. La Sala Bernini del Grand Hotel Tiziano è strabordante. Il format della conferenza programmatica inaugurata lo scorso settembre a Milano si ripete a Lecce alla presenza degli esponenti delle categorie economiche, produttive e dell’associazionismo che hanno relazionato su temi di stretta attualità “per mettere in circolo idee ed energie nuove dalle quali ripartire per rigenerare il centrodestra con un programma politico liberale e popolare”. Parisi piace a molti: è il nuovo profeta di quella rivoluzione liberale fallita nel ’94. Una parte del popolo dei moderati pensa che lui sia la soluzione, mentre buona parte del centrodestra si sta disperdendo tra populismo e astensionismo. Porro bacchetta Parisi: “Per me dirsi liberal-socialista è un ossimoro: o si è socialisti o liberali”. “Non sono più socialista: lo sono stato da ragazzo – ribatte Parisi – Credo che le categorie di destra e sinistra come le intendevamo prima vadano ripensate. Il centrodestra non può essere una ‘forza urlata’. Non possiamo lamentarci che la classe dirigente non è all’altezza di questo Paese: dobbiamo rimboccarci le maniche, cambiare linguaggio e spiegare cosa significa essere liberali. Renzi ha drogato il mondo del lavoro con gli incentivi, non è stato un riformista: è una riforma statalista. Finiti gli incentivi, addio lavoro”.
A fare gli onori di casa il dirigente forzista Paolo Pagliaro, che ha voluto organizzare questa tappa coinvolgendo tutti gli operatori dei settori strategici dell’economia del territorio. “Stefano Parisi ci piace perché è un manager di altissimo profilo, serio, affidabile – spiega il componente dell’Ufficio di presidenza di Forza Italia – Dice la verità e non parla in politichese. Ci ha lanciato il messaggio LIB-POP. Ci piace perché la dottrina liberale è l’unico modello che può risollevare l’economia mondiale e popolare perché parla a tutte le fasce sociali. A tutti noi!”. Al centro della convention nuove proposte concrete e contributi che cercano di rispondere alle esigenze delle aree più inascoltate del Paese partendo proprio dal Salento: tanti i temi toccati, dalla fuga dei cervelli, alle nuove povertà, fino alle difficoltà nel creare una famiglia ma, parallelamente, alle criticità. Sono state avanzate idee reali su come convertire i punti di debolezza del Sud in punti di assoluta forza come le infinite possibilità della cultura, del turismo e dell’agricoltura come motore dello sviluppo socio-economico del territorio. Critiche dure rivolte a Renzi: dalle trivelle alla riforma finta, perché “se si voleva fare qualcosa di forte, si poteva abolire il Senato”, dal caotico riordino delle province alla riforma sul lavoro che non risolve nulla.
Dopo gli interventi dei rappresentanti della società civile, sono arrivate le riflessioni di alcuni giornalisti: quello di Nicola Porro, vice direttore de Il Giornale, Giuseppe De Tomaso de La Gazzetta del Mezzogiorno, Vincenzo Magistà di Telenorba, Angelo Perrino di Affari Italiani e Claudio Scamardella del Nuovo Quotidiano di Puglia. Riflessioni, idee e anche qualche trombone tronfio di retorica in sala, gente che ha vissuto per anni di politica o sulla politica e ora si spella le mani al grido di rinnovamento. Per Parisi non sarà facile intercettare gli imboscati.
Gaetano Gorgoni
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