SALENTO – Era andato per riscuotere ed invece le ha prese. Picchiato da un’intera famiglia che, poi, lo ha rinchiuso in uno sgabuzzino dopo avergli sottratto anche il cellulare. La vittima, tuttavia, con un altro telefonino è riuscita ad allertare il 112. Per il capofamiglia ed una delle sue due mogli è scattato l’arresto, mentre sono tuttora ricercati un’altra donna (la seconda moglie dell’uomo) ed i suoi due figli.
Tutto è accaduto nel pomeriggio di ieri all’interno del campo rom “Panareo”, che sorge a pochi chilometri da Lecce, sulla strada che conduce a Campi Salentina. A farne le spese è stato un uomo che aveva venduto un’auto usata ad una delle famiglie che vivono nel campo sosta: recatosi nel tardo pomeriggio di ieri per riscuotere la parte restante dei soldi che gli spettavano per la vendita della vettura, infatti, sarebbe stato dapprima malmenato, rapinato di uno dei due cellulari ed infine sequestrato in un bagno.
La vicenda ha però avuto inizio la mattina, quando il malcapitato, giunto a Lecce in treno, è stato prelevato dalla stazione dal 46enne Hasan Bajra, detto “Gianni”, commerciante già noto alle forze di polizia, giunto in auto insieme ad altre persone.
La trattativa, avvenuta all’interno dello stesso campo rom, ha però preso una brutta piega quando al malcapitato è stato fatto presente che la vettura che aveva venduto era di scarsa qualità. E che quindi il prezzo sarebbe stato differente da quello pattuito.
Sfruttando un momento di distrazione di “Gianni” e delle persone in sua compagnia, il venditore straniero è riuscito ad allontanarsi dal campo sosta, facendo rientro nel capoluogo dopo avere chiesto un passaggio ad un automobilista che transitava sulla 7ter.
Da Lecce, lo straniero avrebbe dovuto prendere un taxi per raggiungere un suo connazionale a Brindisi, ma durante l’attesa è stato rintracciato e prelevato con forza dal Bajra e dagli altri, che lo hanno poi aggredito e costretto a salire nella loro auto.
Tornati presso il campo rom, quindi, il malcapitato è stato minacciato con una pistola ed un coltello ed invitato a riconsegnare a “Gianni” i soldi che aveva precedentemente ricevuto per la vendita dell’auto.
È stato a questo punto che la vittima, per cercare di recuperare i soldi da restituire, ha chiesto di poter chiamare il suo connazionale. Al quale però, esprimendosi in lingua francese per non farsi comprendere da chi lo aveva preso in ostaggio, ha anche chiesto di allertare i carabinieri sostenendo di essere in pericolo.
Rinchiuso nel bagno di un’abitazione dopo essere stato derubato di uno dei cellulari, l’uomo è riuscito infine ad allertare il 112 grazie ad un altro telefonino, che invece non gli era stato sottratto.
Giunti presso il campo rom, i carabinieri sono subito intervenuti e dopo avere individuato l’abitazione in cui il malcapitato era stato fatto “prigioniero”, lo hanno liberato. Oltre a “Gianni”, in manette è finita anche Xhemane Islami, una delle sue due mogli, che era rimasta di guardia davanti alla porta del bagno in cui era stata rinchiusa la vittima del sequestro. Per marito e moglie, per il momento, è scattato l’arresto con l’accusa di sequestro di persona.
D’intesa col pm Paola Gugliemi, i carabinieri del Norm di Lecce e della Compagnia di Campi Salentina hanno accompagnato i due arrestati presso la casa circondariale di Lecce.
All’appello, come detto, però, mancherebbero altre tre persone: si tratta dell’altra moglie del capofamiglia e di due figli. Le indagini dei militari, dunque, proseguono.
Gli arrestati sono difesi dall’avvocato Antonio Savoia.