NARDO’ (Lecce) – Sei anni di reclusione. E’ la condanna inflitta in abbreviato a Jacopo Lorusso, l’investitore killer, di 34 anni, originario di Bari, che la notte tra il 19 e il 20 settembre di un anno fa travolse e uccise Giorgio Sabato e Alessandro Furio. I due 16enni residenti rispettivamente a Nardò e Copertino, tornavano a casa dopo aver partecipato ad una festa. La sentenza è stata emessa dal gup Vincenzo Brancato che ha alzato di un anno la pena invocata dal sostituto procuratore Angela Rotondano (in sostituzione del collega Giovanni Gagliotta titolare del fascicolo). L’imputato era accusato di duplice omicidio colposo aggravato dall’uso di alcol e droga. Una parziale giustizia per i familiari delle vittime (rappresentate dagli avvocati Marcella Bianco, Giuseppe Romano, David Dell’Atti e Francesco Cazzato) che, questa mattina, hanno così incrociato lo sguardo dell’imputato in aula. Anche oggi, Lorusso ha scelto la strada del silenzio.
L’imputato, tramite il proprio legale, aveva chiesto di essere giudicato in abbreviato condizionato da una perizia sostenendo di essere affetto da una forma particolare di diabete che lo portava ad avere una quantità di alcol nel sangue così come accertato da una perizia di parte. Lorusso “viaggiava ad una velocità non inferiore a 114-119 km/h a fronte di un limite massimo di 90 km/h e comunque non adeguata alle condizioni di tempo e di luogo con le aggravanti di aver commesso il fatto essendo alla guida in uno stato di intossicazione da cocaina (assunta dagli esiti di una perizia tre giorni prima) e con un tasso alcolemico pari all’1,1 g per litro”.
La tragedia si verificò di sabato notte sulla Melendugno-Torre dell’Orso. Era l’ultimo weekend d’estate e la temperatura era ancora gradevole. I due giovani viaggiavano a bordo di un Gilera 50 guidato da Giorgio. Non erano soli i ragazzi. Si trovavano in compagnia di altri due amici di Nardò in sella ad un Malaguti 50. La comitiva rientrava dopo aver partecipato ad una festa privata. Procedevano verso il mare quando, all’altezza dell’acceso per il borgo medievale di Roca Nuova, i due minori vennero tamponati. Sabato morì sul colpo mentre il cuore di Furio cessò di battere alcune ore dopo in ospedale. Gli altri due amici, un 18enne e un 19enne neretini, vennero urtati di striscio. Se la cavarono solo con qualche graffio.
Lorusso finì in manette con l’accusa di duplice omicidio colposo aggravato. Nel corso dell’udienza di convalida, il 34enne raccontò di aver partecipato ad un evento musicale a Melendugno, di aver bevuto due birre e di essersi messo al volante per raggiungere la villa della zia a Torre dell’Orso dove alloggiava da qualche giorno dopo aver lavorato come animatore in un villaggio turistico della zona. Poi dichiarò anche di aver avvertito un malore finendo contro il ciclomotore dopo essere rimasto abbagliato dai fari di un’auto che procedeva in direzione contraria alla sua.
A fine udienza, il giovane ottenne i domiciliari con un provvedimento a firma del giudice per le indagini preliminari Carlo Cazzella. Il gip ritenne l’attenuazione della misura “adeguata alla gravità del reato”. Una decisione che la Procura non ha poi impugnato. Nel corso delle indagini l’ingegnere Lelly Napoli ha eseguito una consulenza sul tratto di strada in cui si consumò la tragedia ricostruendo la dinamica con rilievi segnaletici, descrittivi e fotografici.
F.Oli.