MURO LECCESE – Doveva essere un semplice convegno sulle ragioni del no, ma i presenti hanno fatto affiorare verità e veleni della scena politica attuale. Innanzitutto, l’Udc pugliese è sfuggita da un pezzo dalle mani di Casini e dice no a lui e a Renzi, allineandosi con Emiliano anche per il referendum. «La riforma che ha fatto Renzi legittimerà un altro governo a farla fuori: non è condivisa, è stata imposta e crea solo confusione istituzionale. La Costituzione si può toccare solo con l’accordo anche di chi è in minoranza e il governo non dovrebbe nemmeno partecipare alla votazione. Invece, tra ghigliottine, sostituzione di presidenti di commissione e imposizioni Renzi ha fatto passare le sue disposizioni» – ha spiegato il senatore Salvatore Ruggeri, che figurava tra i relatori del convegno organizzato dall’assessore Rita Russo a Muro Leccese.
Anche Salvatore Negro ci è andato giù pesante: per lui Renzi riempie le tv di slogan, ma in realtà taglia a chi ha bisogno e mette in ginocchio gli enti locali (con la riforma, secondo l’assessore regionale al Welfare, la situazione si incancrenirà ancora di più). «Nella Legge di Stabilità non c’è nemmeno un euro per le disabilità. Con Emiliano, durate la giunta, ci siamo messi le mani nei capelli. Le famiglie sono imbestialite in tutta Italia. Non solo devono affrontare situazioni difficilissime, ma lo Stato le lascia senza un euro» – ha chiosato.
C’è grande rabbia per come vengono trattati gli enti locali. per i centristi la riforma è una truffa, fatta con un quesito referendario che dice cose che tutti voterebbero, ma che cela il grande inganno: il bicameralismo perfetto non si supera, i risparmi sono minimi e si sarebbe risparmiato di più evitando l’acquisto di un aereo presidenziale (la struttura del Senato resta in piedi, con gli uscieri pagati 6 mila euro), si torna a un regionalismo centralista solo per le regioni a statuto ordinario (comprese quelle virtuose) e, infine, chi vince (anche con il 27 per cento) detta legge e mette nei posti giusti i suoi uomini (Presidente della Repubblica, CSM e altro).
Ernesto Abaterusso replica alle accuse di Renzi: «Saremmo noi l’accozzaglia, il vecchio? E Renzi, che fa diventare padre costituzionalista Verdini e che governa con Alfano e tanti altri anziani della politica? Ci ritroviamo sullo stesso fronte con politici molto diversi, ma non per governare. Il premier, invece, governa con quelli che la sinistra ha sempre avversato». Il Pd è spaccato: il referendum non ha fatto altro che aumentare le distanze tra Emiliano e Renzi. Il piano del governatore della Puglia è sconfiggere il premier al referendum per cominciare la scalata per il comando del partito. I dem schierati per il no sperano di ridimensionare Renzi, per tornare a un partito in cui anche la minoranza abbia un peso. Abaterusso, tra i relatori a Muro Leccese, non ha perso occasione per lanciare una staffilata alla viceministra Teresa Bellanova: «Aveva detto che si sarebbe incatenata se avessero portato Tap a San Foca: ora firma espropri per costruire il gasdotto. Da no Tap è diventata Sì Tap».
Il clima è rovente, ma anche da una serata come ieri l’analista politico può ricavare diversi imput per capire cosa succederà nei partiti in caso di vittoria o bocciatura della riforma costituzionale. Nel caso di vittoria del sì, Renzi sarà padrone assoluto e potrà andare verso la costruzione del Partito della Nazione senza problemi: mettendoci dentro chiunque. Nel caso di vittoria del no sarà ridimensionato e il Pd potrà tornare a sinistra. L’Udc, invece, resta sempre con due anime, anche a Lecce: c’è chi vuole portare il partito nel centrodestra e chi nel centrosinistra. Una certezza, però, c’è: Ruggeri e compagni non si allontaneranno mai dal governatore Emiliano. Ecco perché attendono il Pd. Esiste la tentazione della candidatura solitaria di Luigi Melica: il professore lo conferma. Ma in realtà sono solo minacce per mettere fretta al Pd. I centristi aspettano Dario Stefano, vorrebbero lui come sindaco: resteranno, comunque a sinistra.
Garcin