LECCE – «Non vi nascondo che sono emozionato perché è stata una scelta ponderata, ma difficile dal punto di vista umano, politico e personale. Lascio un assessorato a cui avevo sempre ambito e anche un incarico che mi ero guadagnato sul campo: coordinatore nazionale dell’agenda digitale». Alessandro Delli Noci è deciso a lanciare la sfida per le comunali leccesi, con il suo metodo, voltando le spalle anche a chi, come Paolo Perrone, lo ha tutelato politicamente in passato. L’atto di forza del sindaco uscente e le strategie per arrivare alla candidatura del cognato hanno spinto l’ex assessore all’Innovazione a un gesto eclatante. A pochi mesi dalle elezioni un altro colpo di scena e chissà quanti altri ce ne saranno in un centrodestra a rischio implosione. «Nei prossimi giorni renderò noto le cose fatte e i cambiamenti nella macchina organizzativa interna: non lascio nulla in sospeso. Tutti gli obiettivi sono stati raggiunti» – annuncia fiero l’assessore.
Per il sindaco uscente c’è un timido ringraziamento: «Sono orgoglioso di questa esperienza e ringrazio Paolo Perrone. Vado via perché è venuta meno la fiducia politica e perché il metodo che portano avanti i CoR è tutto il contrario di quello che noi stiamo portando avanti con le primarie delle idee. Lecce ha puntato in passato su una visione ventennale che ha creato sviluppo: ora c’è bisogno di una nuova visione e di un modo diverso di concepire la politica. Ho l’energia e la volontà di farlo, ma non metto al centro la mia candidatura: c’è sempre al centro la partecipazione e coinvolgimento della cittadinanza». Delli Noci vuole riscrivere anche le dichiarazioni programmatiche fino al 2019 e apre a tutte le forze che vorranno stare insieme a lui, Pd compreso, anche se non gli è piaciuto il comportamento dei democratici. «Non credo in questa suddivisione e in questi steccati ideologici: chi vuol dialogare dialoghi. Il Pd non si comporta diversamente dagli altri partiti: tutti concentrati sui nomi».
È come abbiamo scritto giorni fa: Delli Noci punta sull’«effetto Mellone», cioè la possibilità che da un clima di frammentazione e litigiosità, grazie al ballottaggio, il voto popolare confluisca sulla proposta di qualcuno che appaia un outsider. «Mellone è un amico, sono sceso in campo per lui a Nardò – spiega l’ex assessore – Lui, però, viene dall’opposizione, io dalla maggioranza». Insomma, Delli Noci in mattinata, nella sala del Risorgimento, ha proposto il suo progetto civico, di nessun colore politico: una proposta astuta per poter includere tutti. Del resto, anche se lui viene dal centrodestra, ha un ottimo rapporto con personaggi di spicco del centrosinistra: è un candidato trasversale, che ammette la sua amicizia con Emiliano.
«I 5 stelle non hanno brevettato la partecipazione civica: sono un movimento di protesta, noi di proposta. Il documento programmatico 2017-2019 del Comune di Lecce è modificabile con un documento politico, un progetto». Tutti hanno considerato per anni l’ex assessore all’Innovazione una creatura di Paolo Perrone, ora lui si ribella: ha le spalle larghe per camminare da solo. «Non è un capriccio: ho messo al centro il metodo. Siamo fuori dal tavolo di centrodestra: hanno fatto tanti incontri per parlare solo di nomi e per bruciare quelli che circolavano. Non voglio stare ai loro giochi. Si è creato un movimento in cui possono confluire loro in noi, non noi in loro». Poi, la spiegazione sulla scelta di tirarsi fuori dalla rosa dei 5 nomi dei CoR: «Perrone fa cinque nomi, poi rilascia dichiarazioni inopportune e continua sullo stesso metodo. I 5 nomi erano una strategia per arrivare ad altri nomi bruciandoci.
Nessun bilancio sull’amministrazione Perrone, Delli Noci parla solo di quello che ha fatto lui. Diplomatico, costruttivo e attento a non innescare polemiche: l’ex assessore si lancia nella feroce guerra per la poltrona di sindaco aprendo una prima falla nella nave in tempesta del centrodestra leccese.
Gaetano Gorgoni