ROMA – Michele Emiliano ritenta la via del dialogo con il governo: se con Renzi era impossibile, con Gentiloni, avendo anche un cognome che promette bene, le cose potrebbero cambiare. Il guaio è che si tratta sempre di un governo fotocopia di quello Renzi: comunque, il clima è buono per avanzare richieste. Il vertice romano di questo pomeriggio tra il governatore della Puglia e il premier è stato interlocutorio: sono state scavate le fondamenta per un rapporto collaborativo. Nel faccia a faccia a Palazzo Chigi sono stati affrontati i temi più caldi. Sul tavolo del premier sono finiti i dossier su: gasdotto Tap, caso Taranto e Ilva, Fondi di Sviluppo e Coesione (Fsc), aiuti per ospitare i lavoratori immigrati in maniera più dignitosa e sperimentazione pratiche innovative di depurazione. Emiliano batte cassa a Roma per la sanità Tarantina e per l’Ilva.
Poi, c’è la questione Tap: il governatore insiste sullo spostamento dell’approdo da San Foca a Brindisi, “anche perché sarebbe più facile l’aggancio alla rete nazionale SNAM”. Emiliano nell’interlocuzione col governo apre anche un nuovo capitolo: quello dello sversamento in mare dei liquidi depurati (una delle battaglie vinte dal sindaco di Nardò, Pippi Mellone). La Puglia vuole puntare su altri sistemi più ecocompatibili: la sperimentazione sta dando molte risposte. Emiliano punta sulla nuova procedura ammessa da Bruxelles: uno scarico indiretto e controllato nel sottosuolo.
La Regione vorrebbe ottenere il via libera a questo progetto e partire col depuratore Manduria-Sava. Non ci sono ancora risposte del governo su questo versante. Non ci sono risposte definitive nemmeno sui Fondi di Sviluppo e Coesione (Fsc): la Regione Puglia vuole dare il suo contributo nella Conferenza Stato – Regione alle idee di investimento di quei fondi. “Clima collaborativo – commenta il capo di gabinetto Claudio Stefanazzi – Abbiamo esposto le nostre ragioni e abbiamo consegnato tutta la documentazione: ne riparleremo quando avranno studiato tutte le carte”.
L.B.