LECCE- Nel weekend alcuni vicoli del centro storico vengono presi d’assalto da orde di barbari sopravvissuti alla disinfestazione della modernità. Incivili che tra una canna e dell’alcol utilizzano vicoli come orinatoi a cielo aperto. Sabato scorso, però, qualcuno ha superato ogni limite, rischiando di far scappare il morto. «Oggi ho la serenità per scrivere dopo un fine settimana pessimo – tuona un leccese vittima di sporcaccioni violenti – Vico dietro l’Ospedale dei Pellegrini, ore 1:00 circa della notte, tra sabato 3 e domenica 4. Ho visto la pipì che entrava in casa dal portone del garage e sono uscito ad urlare di smetterla e ho detto loro di togliersi da vicino al portone. Mi sono venuti incontro, mi sono difeso ma loro erano prima in due, poi in tre».
Il malcapitato residente pensava di mettere in fuga, anche per la vergogna, i barbari, ma in realtà scatena una reazione imprevista.
«Mi hanno spinto e sono caduto. Ho battuto la testa contro il perno di un rubinetto senza manopola di un contatore dell’acqua il cui sportello era già divelto! Mi sono tagliato la nuca con un taglio di 2 cm rischiando che il perno si infilzasse nel cranio e ci restassi secco!». Davanti al sangue l’idiozia degli incivili non si è arrestata: “Sanguinante ho detto loro che li avrei denunciati e la risposta é stata che loro avrebbero denunciato me e che non se ne ‘fottevano un cazzo’. Dopo aver tamponato con ghiaccio e acqua (ero solo in casa) sono andato in Questura; mi hanno detto di chiamare il 113; il carabiniere che è venuto ha fatto una foto al rubinetto intriso di sangue e mi ha detto di sporgere denuncia al Comando”.
Anche stando nella propria casa non si è più al sicuro. Qualche scapestrato può trasformare la porta di un’abitazione del centro in un «pisciatoio» riconosciuto ufficialmente da tossici e “fuoriditesta” vari. «Sono andato in ospedale dove mi hanno repertato – scrive la vittima su facebook – Ho scritto immediatamente al Comune di Lecce una PEC IN CUI HO CHIESTO LA CHIUSURA DEL VICOLO NELLE ORE NOTTURNE CON CANCELLI… Tutti dicono che non me lo concederanno. Oggi scriverò una denuncia che depositerò direttamente alla Procura della Repubblica! Sono sconfortato!
Il vicolo è denominato da questa gente IL PISCIATOIO…sì, lo chiamano proprio così!».
Quella che vedete nella foto non è acqua: è un vero fiume di pipì, fino a tutto il vicolo. «Il sangue vicino al rubinetto é il mio! – tuona la vittima dei barbari – Il video che vedete è la stanza della mia casa piena di pipì! Ci impiego ogni domenica tre ore la mattina per togliere tutto ciò che entra in casa. Ho le narici piene di pipì! Non ce la faccio più! Andrea Guido Lei venne a vedere ma il Comune né altri avete fatto nulla, se non mettere delle telecamere di cui nessuno ha timore perché alle registrazioni non segue un’azione di punizione. Non ce la faccio più!».
È evidente che siamo di fronte a un caso che le forze dell’ordine devono risolvere con una certa urgenza: il cittadino è vessato e sottoposto a un «rischio biologico» dovuto a fiumi di urina. Su facebook esplodono le frasi di indignazione e i soliti suggerimenti affiorano: «Spostate i vigili dalle multe al presidio permanente delle zone a rischio». L’assessore Andrea Guido interviene per chiarire le sue competenze, visto che è stato chiamato in causa: «Ogni weekend siamo costretti a ripulire tutto: da vico della cartapesta in poi. Si tratta di ubriaconi e drogati che assalgono Lecce nel fine settimana. Sono molto dispiaciuto per quello che è accaduto al signore, ma non è mia competenza quella di ordinare un presidio delle forze dell’ordine. La mia competenza è di pulire. Qui, con una regolare denuncia, devono entrare in campo le forze dell’ordine. Non posso caricare ulteriormente la polizia municipale, che è già impegnata su più fronti».
Gaetano Gorgoni