ROMA – Dopo il referendum Renzi è un “premier congelato”: il tempo di votare la legge di stabilità e poi bisognerà decidere cosa fare. È, comunque, un “periodo gelido” per i renziani, compresi quelli dell’ultima ora come Blasi, convertitosi al sì sulla strada di Melpignano, a cui premeva solo di essere sul fronte opposto rispetto a Emiliano. Il Pd è diviso e si prepara allo scontro tra fazioni nella direzione nazionale di domani. Bisognerà decidere se far maturare il vitalizio ai parlamentari nominati col porcellum, oppure andare onestamente al voto, tutt’al più dopo aver modificato l’Italicum. I cittadini hanno lanciato un segnale: non vogliono essere più traditi, vogliono votare programmi (che magari facciano fuori quella boiata della legge Fornero e altre macellerie sociali) e vogliono affidarsi a gente che li rispetti. Insomma, basta governi ponte o tecnici!
Intanto, mentre qualcuno nel Pd perde, nello stesso partito c’è chi vince e ha iniziato a percorrere una via che porta dritto verso la poltrona più alta della segreteria nazionale: si tratta di Michele Emiliano. “Voglio continuare a fare il presidente della Puglia: preferirei continuare così. Ma se mi dovessero scegliere per la segreteria nazionale, non direi di no. Non sarebbe facile avere due ruoli” – spiega il governatore della Puglia. Michele Emiliano, però, non esclude di correre per il comando del Pd nazionale: lo dice apertamente negli studi di Matrix, su Canale 5. “Renzi ha disperso tutte le forze e le energie che aveva raccolto”. Il governatore stronca il capo del suo partito e domani è lapalissiano prevedere parole aspre e fuochi incrociati nella direzione nazionale. Emiliano spiega che servono i super poteri per due ruoli. “Eppure Renzi ce li ha avuti”- incalza il conduttore. “Sì, ma io non ho i super poteri suoi” – ribatte con la solita ironia il Gladiatore negli studi di Matrix.
Ironia a parte, emerge chiaramente la disponibilità del governatore della Puglia a correre per la segreteria nazionale: potrebbe essere lui l’anti-Renzi. La notizia si diffonde a Bari e le opposizioni cominciano a sparare colpi al vetriolo: Caroppo parla di film già visto, richiamando l’esperienza di Vendola, che si assentava frequentemente dal Consiglio regionale perché concentrato sulla sua carriera nazionale. Intanto, Emiliano è a Roma e dà un assaggio a Renzi della direzione di domani: “Siamo la sinistra, dobbiamo occuparci di chi non conta niente. Avremmo dovuto fare questo invece di perdere tempo con il referendum, che era solo il tentativo di dare il potere, nel bene o nel male, a uno solo”. Per Emiliano il “premier congelato” deve dimettersi anche dal partito. “Renzi deve riacchiappare un sacco di gente che si è perduta: io sono stato un suo sostenitore, ma dopo non l’ho mai più visto. Ora è tardi. Deve lasciare il comando a un rappresentante momentaneo del Pd per correttezza istituzionale, se vuole ricandidarsi alla guida del partito, perché le primarie sono vicine”. La resa dei conti non risparmierà nessuno dei renziani: chi ha detto no adesso è più forte.
Gaetano Gorgoni
ggorgoni@libero.it