« ... gli ulivi sono persone, figure viventi, corpi che esprimono gesti, muscoli e braccia protese verso il cielo; respirano con il vento, abbracciano e nutrono, soffrono alle mutilazioni e agli espianti, godono se restano a casa, tra i loro famigliari, nella terra loro. A differenza degli uomini, gli ulivi hanno più storia incisa nei loro corpi, non negano nulla del loro passato» (Marcello Veneziani).
E noi?
Mentre noi, noi viviamo di rancori, di invidie, di odi, di megalomanie, neghiamo il passato, poco importa che proprio il passato sia il seme della nostra identità, rivelatrice di cultura. E senza di essa non siamo nessuno. Dobbiamo tenerci stretta la storia intrecciata su quei tronchi di ulivi contorti, in preda a convulsioni alcuni, che sembrano dirci di smetterla di continuare a deturpare la bellezza della Terra, altri ci sorridono con ironia, quasi sarcastici, come a dire che se continuiamo a molestarli, la loro sofferenza sarà il nostro dolore, sarà la nostra debolezza che si perpetuerà in una desertica esistenza.
Eh sì, perché gli ulivi del Salento parlano…
Ci narrano di quante volte sono stati generosi a donarci frutto prezioso per farne nutrimento, altre hanno tenuto compagnia ai nostri contadini, ai braccianti, hanno ballato con loro. Vivono gli ulivi della Puglia, danzano, si muovono sinuosi i rami, ma mai si piegano.
Sono virili, si mostrano forti, ma mai arroganti.
Si lasciano maneggiare, guardare, accarezzare, ti lasciano pure arrampicarti su, ma gemono quando vengono tagliati, bruciati, o eradicati. Piangono e il loro grido di dolore lo senti.
Si. Eccolo. È in te, in me, in ognuno di noi, è l’anima, è nel nostro corpo e non possiamo fare a meno di ascoltare.
Quante generazioni hanno conosciuto e quante cose potrebbero raccontarci, se solo li ascoltassimo…
Nel Salento gli ulivi parlano: sono le nostre radici, la nostra umanità, il nostro essere. L’ulivo è terapia per l’umanità; l’olio, poesia. Simbolo di pace e di saggezza.
E allora?
Vi chiedete ancora, perché è così importante proteggere gli alberi di ulivo?
Alessandra Peluso