LECCE – Le bollette da pagare per oltre 1,1 milioni ci sono (ieri ci chiedevamo se fossero contestabili: oggi scopriamo di sì) e c’è anche la diffida del 17 ottobre del 2016, redatta dallo studio legale Salituro & Nanni di Bologna: questi sono i fatti. Ieri mattina abbiamo richiesto chiarimenti all’Università: sono arrivati solo oggi. Il Direttore Generale dell’Università del Salento, dottor Emanuele Fidora, sgombra il campo da ogni dubbio, fornendo nuovi particolari e spiegando che l’ente universitario non ha alcuna responsabilità nella vicenda (infatti noi non abbiamo dato colpe a nessuno: abbiamo solo spiegato che c’era da fronteggiare un nuovo guaio).
“L’Università del Salento non ha mai ricevuto le bollette in questione per un disallineamento delle anagrafiche di 16 POD relativi alle proprie utenze; a causa di tale disallineamento le bollette sono state recapitate a utenze sbagliate e pertanto non è stato possibile procedere ai pagamenti poiché non si avevano a disposizione le relative fatture elettroniche”- spiega il dirigente. Dunque, le bollette ci sono, ma non sono state recapitate al giusto destinatario. Quindi il direttore spiega che con la società è stato intavolato un dialogo per risolvere la situazione (proprio come avevamo auspicato noi). “Già da diversi mesi abbiamo provveduto a segnalare alla società di erogazione del servizio elettrico tale anomalia e siamo in attesa di ricevere le fatture corrette per poter procedere al pagamento del corrispettivo dovuto”.
In altre parole, la società sta riconteggiando tutto, nonostante la diffida, ha preferito la via del dialogo, in un secondo momento. Strano che la segnalazione dell’errore sia stata fatta mesi fa, come spiega il dirigente universitario, e sia partita ugualmente una diffida dove si minacciava di far pagare anche gli interessi. Nella lettera, infatti, si chiede il pagamento di euro 1.103.215,45 a saldo delle bollette specificate negli estratti conto inviati. «L’importo di cui sopra dovrà essere maggiorato di interessi di mora – da computarsi dal dì della scadenza del termine per il saldo di ogni bolletta e il pagamento dovrà essere effettuato entro 10 giorni. In mancanza di spontaneo adempimento, procederò, senza ulteriori preavviso e con ulteriore aggravio di spese per il recupero coattivo del credito» – si legge nella lettera di ottobre. L’estratto conto allegato è pieno di cifre che citano il numero di contratto e la voce «energia elettrica». Tutto questo è stato superato da un dialogo tra tecnici che sta andando avanti in questi giorni.
Hera Comm è una società a partecipazione pubblica, che è partita come municipalizzata della città di Bologna, a cui si sono unite altre pubbliche amministrazioni: si occupa di forniture energia elettrica, acqua e altro. “Abbiamo preso contatto col responsabile che ha spiegato che ci sono una serie di problemi e hanno chiesto la ricostruzione di tutte queste situazioni – spiegano dallo studio legale che assiste la società partecipata – C’è da un lato la situazione creditoria e dall’altro un problema di comunicazione delle bollette e disallineamento. In realtà è tutto fermo. Stiamo verificando per capire se l’importo è confermato o meno”. Questi sono i fatti.
Gaetano Gorgoni